Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Fantasie d'amore e di guerra nell'Orlando Furioso di Sassu

Fonte: L'Unione Sarda
28 novembre 2016

 

 

« U n'immensa partita a scacchi che si gioca sulla carta geografica del mondo». Così scriveva Italo Calvino dell'Orlando Furioso, e allora basteranno pochi passi, sul pavimento a scacchi bianchi e neri, nella sala delle Volte, per avere l'inattesa sensazione di essere immersi nel gioco, raccontato con bellezza e passione, dall'artista Aligi Sassu.
EXMA Si legge “Orlando Furioso, fantasie di amore e di guerra”, titolo della suggestiva mostra che si apre oggi, alle 11, all'Exma di Cagliari, sarà un viaggio (fino al 5 febbraio), su universi senza tempo, su donne, amori, cavalieri, tradimenti e follia. Sulla vita. Sulla Sardegna, terra di cavalli anche «verdi che raccontavano di incursioni saracene sino alla piana di Chilivani». Una storia dentro le storie, e mai una fine. «Aligi Sassu - spiega Simona Campus, responsabile artistica dell'Exma e curatrice dell'esposizione, in collaborazione con il Consorzio Camù e la Fondazione Helenita e Aligi Sassu - aveva trovato nell'Orlando Furioso di Ariosto temi e modernità che gli erano affini. Apprezza la libertà che anima il poema ariostesco, dove si celebrano le gesta dei paladini di Francia contro i mori, ma dove cavalieri e dame, bianchi e neri, si amano e si sposano». Oltre il pregiudizio, dunque. Oltre le barriere - grate leggere e quasi invisibili - abitate dalle tavole di Sassu e accompagnate dalle rime dell'Ariosto, come riassume con efficacia il bell'allestimento (curato da Salvatore Campus e Sabrina Cuccu), dove il pavimento replica l'ideale scacchiera di Calvino, su cui «si gioca una partita smisurata, che si dirama in tante partite simultanee».
BATTAGLIE A ben guardare, giocate ancora, a 500 anni dalla pubblicazione del capolavoro della letteratura. Con il quale si sono misurati molti artisti. Tra questi Sassu (nel 1974 in occasione dei 500 anni della nascita dell'Ariosto per una collettiva allestita a Ferrara); lui è stato però l'unico a creare un ciclo di opere sull'Orlando Furioso. Poema nel quale la sua anima affondava felicemente: «La poetica di messer Ludovico - scriveva Sassu - è quella che mi è più congeniale. Il poema mi sembrò aperto a tutte le espressioni della forma, come un luogo dove la suggestione del movimento si dipana, corre e tutto travolge nella passione di una fantasia che travalica le cadenze temporali (...), diviene avventura quotidiana della poesia, dramma irripetibile della fantasia (...), immagini indomabili che imposero alla mia mano il segno». Impetuoso, forte, palpitante come dicono le 7 tavole, acque forti e acque tinte, esposte a Ferrara nel '74, parte di una cartella di 15, pubblicata lo stesso anno a Milano (Edizioni dell'Orso, con l'introduzione di Vittorio Sereni) e ora in mostra insieme ad altre cinque espunte dall'artista, e ai lavori preparatori, messi a disposizione dalla Fondazione Helenita e Aligi Sassu, per la prima volta esposti in Sardegna.
FIGLIO «La terra dove mio padre ha scoperto i cavalli, divenuti cifra della sua opera», racconta il figlio Vicente, che sarà oggi alla vernice. «Un viaggio nell'Isola che segnò una svolta nella sua vita». Ricorda ancora, Vicente Sassu, il gran fermento che accompagnava la preparazione delle opere paterne, nell'atelier di Palma di Maiorca, eccitazione alleviata da un bagno pomeridiano. «Nella spiaggia semideserta si beava della bellezza della natura». Per un artista che a soli 16 anni aveva partecipato alla Biennale di Venezia insieme al futurista Marinetti e che nelle terra del padre Antonio aveva visto «i cavalli verdi dei mori» (il dipinto è in mostra). Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto... è il celebre incipit ariostesco, e il mondo poetico di Sassu ci si specchia. «Nell'immaginario di Sassu - osserva ancora Simona Campus - ricorrono i temi privilegiati dei cavalli e dei cavalieri, delle battaglie e delle donne». Dalla bella Angelica, legata allo scoglio, l'eroina che sfugge l'amore, a Fiordispina e Bradamante, dalla prima creduta un uomo. Per approdare a diversi studi a matita e a un insolito dipinto, intitolato “Amiche” del 1935.
SOCIETÀ Ma l'incanto e il fascino della mostra sono anche nella grazia con la quale, partendo dal cuore delle opere sull'Ariosto, si propone la poetica più profonda e articolata. E decifrare così, “Nell'ira di Achille”, drammatica metafora del tempo, il Sassu politico, l'antifascista arrestato nel 1938.
Caterina Pinna