Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cada die rievoca il bombardamento della città nel 1943

Fonte: L'Unione Sarda
4 maggio 2009

Al Teatro civico di Castello



Custodire un piccolo monumento di immagini e parole all'interno di un grande monumento di legno e pietra, rievocando uno dei momenti più cupi della storia di Cagliari, in un teatro che è l'anima del suo quartiere più antico. Per portare fuori dal dimenticatoio un passato doloroso e farlo conoscere a chi oggi è così giovane o distratto da pensare che non sia mai accaduto.
I RICORDI È questo, in poche parole, lo scopo del sodalizio che in questi giorni si è stretto tra la manifestazione Monumenti aperti, promossa dal Comune, e il progetto “Cagliari 1943: la guerra dentro casa”, realizzato da Cada die teatro. Un sodalizio che nel fine settimana permetterà ai visitatori del Teatro civico di Castello di essere attori e spettatori di un grande archivio di testimonianze sulla seconda guerra mondiale e, in particolare, sui bombardamenti che nel 1943 cambiarono brutalmente il volto di Cagliari. Domani (dalle 14 alle 18) e domenica (dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18), infatti, tutti coloro che visiteranno il teatro potranno rilasciare agli animatori del progetto un'intervista contenente i propri ricordi sulla guerra e sulle bombe, sulla fame e sulla paura, contribuendo a creare un grande archivio video di memorie destinato alle giovani generazioni. Chi invece non avrà una storia da raccontare, potrà comunque assistere, a conclusione delle visite guidate del Teatro civico, alla proiezione di un documentario contenente le interviste già realizzate negli scorsi anni. Un breve estratto di dieci minuti con un racconto a più voci di episodi, vicende e frammenti di un conflitto aspro e sanguinoso.
LA RIEVOCAZIONE L'obiettivo e, insieme, la speranza di chi ha sempre seguito il progetto è che dal connubio con Monumenti aperti tante persone siano stimolate a raccontare la loro storia o ad ascoltare le vicende vissute dagli altri, partecipando a un'opera di rievocazione difficile ma preziosa. «Perché in troppi», come sottolinea Pier Paolo Piludu, attore e regista di Cada die, «cominciano a ignorare cosa sia successo in quel periodo fondamentale per la storia di Cagliari». A cominciare, purtroppo, dai ragazzi che ora frequentano il liceo e che sanno poco del 1943. «Il nostro lavoro è soprattutto per loro», dice Piludu, «perché conoscano una fase storica sulla quale c'è ancora molto da raccontare e da ascoltare. Per capire da dove veniamo e per imparare a non commettere sempre gli stessi errori».
LORENZO MANUNZA

01/05/2009