Pigliaru: subito 125 milioni per i nostri progetti green
Il governatore ha parlato a Marrakech alla conferenza mondiale sul clima Al centro del suo intervento i piani per ridurre l’inquinamento globale
La Sardegna al centro del mondo. Il governatore Francesco Pigliaru parte dall’esperienza isolana per spiegare l’importanza della lotta universale ai cambiamenti climatici. E lo fa non (solo) da presidente sardo ma da portavoce delle istanze di regioni, città e comuni d’Europa. Pigliaru, presidente della Commissione ambiente del Comitato delle regioni, si trova a Marrakech, ospite della Conferenza globale sul clima targata Onu, dove ieri ha ribadito la necessità di ritagliare per i territori un ruolo da protagonisti nella battaglia contro i cambiamenti climatici. Una sfida che non può che partire dalla Sardegna. Nel suo intervento Pigliaru si è soffermato su quelle che sono state le politiche green della sua Regione, dai progetti legati all’efficienza energetica alle energie rinnovabili, al progetto di Smart city per supportare Comuni e Unioni di Comuni. «Ma questo è solo l’esistente – dice il governatore –, il nostro prossimo passo sarà quello di andare molto al di là dei risultati raggiunti e 125 milioni di euro sono pronti per finanziare in Sardegna i progetti che vanno in questa direzione». Pigliaru parla di risorse Fesr e Fsc con cui «porteremo avanti progetti ambiziosi, coerenti con quanto richiede l’Accordo di Parigi. Puntiamo ad aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e ottenere una migliore integrazione nel sistema energetico. In particolare, sosteniamo lo sviluppo sperimentale di micro reti elettriche nei territori comunali così come l’integrazione di sistemi elettrici pubblici». Un anno fa alla Conferenza di Parigi è stata riconosciuta l’importanza del ruolo degli enti locali nelle politiche climatiche. Una rivoluzione per ora solo a metà. Infatti, se nel 2015 gli Stati si sono detti d’accordo sul coinvolgimento delle comunità, ora occorre trasformare quella firma in realtà. «Senza un protagonismo convinto dei territori e delle autorità locali non si riesce a rendere concreti gli impegni di Parigi – afferma il governatore –. Il 70% delle azioni che contano si fanno a livello territoriale. Gli Stati possono anche dettare le regole ma se poi non si mettono gli attori locali in condizione di operare si vanifica tutto». L’obiettivo è arrivare a una riduzione delle emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030 e aumentare la resistenza dei territori ai cambiamenti climatici entro i primi due anni dall’adesione. «La Sardegna è uno dei coordinatori del Patto, che conta nell’isola l’adesione di 146 amministrazioni – dice Pigliaru –. Dobbiamo investire per adattare i nostri territori a un clima che è già cambiato. Non è facile, ci sono tante cose da fare, ma i territori devono essere messi nella condizione di farlo». Certo, la strada si fa più in salita dopo il ciclone Donald Trump, che sull’ambiente ha annunciato stravolgimenti rispetto alla politica di Obama. «La lotta al cambiamento climatico dovrebbe unire i governi di tutto il mondo – dice – confidiamo che Trump presto rinnoverà l'impegno degli Stati Uniti
nella lotta al cambiamento climatico riaffermando la ratifica dell'Accordo di Parigi e impegnandosi positivamente per la sua implementazione. Al di là dei movimenti politici e delle opinioni condividiamo tutti l'obiettivo comune di dare ai nostri figli un mondo migliore e più sostenibile».