Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La frenata delle auto

Fonte: L'Unione Sarda
14 novembre 2016

L'INCHIESTA. Cambia la mobilità: in crescita car sharing e biciclette

Cala il numero dei veicoli, più passeggeri nei bus Magari sono le campagne di sensibilizzazione. O, forse, sono gli interventi delle amministrazioni che “penalizzano” l'uso dell'auto privata. Ma, più probabilmente, è la crisi che spinge a risparmiare dove possibile. Qualunque sia la ragione, il dato è uno: la mobilità è cambiata. Cala il numero di veicoli in circolazione (18 mila in meno nel 2015 rispetto a quattro anni prima) e quello dei pendolari che usano un mezzo proprio. Sale, invece, il numero dei passeggeri delle linee pubbliche (1.400 in più sui bus mentre sulla metro l'incremento è vistoso: quasi 900mila in più in sette anni), degli utenti del car sharing e di chi si sposta in bicicletta.
GLI INTERVENTI Piste ciclabili, restrizione delle carreggiate, aumento delle strisce blu, pedonalizzazioni stanno cambiando la mobilità e creando qualche malumore fra gli automobilisti. «Che», chiarisce l'assessora alla Mobilità Luisa Anna Marras, «devono fare qualche sacrificio, anche se non c'è alcun intento punitivo nei loro confronti. Siamo in linea con la tendenza delle più importanti città europee che, ormai, non vengono più pensate solo in funzione delle auto».
MULTE IN CALO A testimoniare la diminuita presenza dei veicoli potrebbe essere anche il calo delle multe fatte dai vigili urbani. «Ma», spiega il comandante della Polizia municipale Mario Delogu, «quel dato è fuorviante. Gli automobilisti continuano a commettere infrazioni ma noi non siamo in grado di rilevarle sempre: dal '90 a oggi abbiamo perso cento unità». Delogu utilizza altri parametri. «Siamo chiamati a intervenire molto meno per risolvere ingorghi: oltre al calo delle auto, i semafori intelligenti e le rotonde hanno migliorato la situazione».
IL CTM Volenti o nolenti, i cagliaritani si sono adattati. «Nelle città italiane», afferma il direttore del Ctm Roberto Murru, «gli spostamenti vengono effettuati all'80 per cento con mezzi privati e solo al 14 con mezzi pubblici. A Cagliari siamo saliti al 20 per cento». Forse il risultato è legato a condizioni economiche meno favorevoli. «Le nostre prime rilevazioni dicevano che il 70 per cento degli utenti usava il bus perché non aveva altre alternative. La percentuale sta calando: adesso è diventata una scelta. Prende il bus anche chi potrebbe usare altri mezzi».
L'ARST Una crescita legata al miglioramento dei servizi del Ctm. Ma anche alla realizzazione della metropolitana leggera che collega la città con l'hinterland: la crescita dei passeggeri è esponenziale: in otto anni il numero è più che raddoppiato. «Il grado di customer satisfaction », interviene il direttore dell'Arst Carlo Poledrini, «dice che crescerà ancora. Non potrebbe essere altrimenti dal momento che ci si sposta con intelligenza, rapidamente e con certezza degli orari. E la situazione migliorerà ancora quando verrà realizzato il collegamento tra piazza Repubblica e piazza Matteotti».
LE ALTERNATIVE L'obiettivo, spiega il direttore del Ctm Murru, è arrivare al punto in cui «non è più necessario possedere un'auto». Magari, come si può fare grazie al car sharing, continuando a guidare. I numeri dicono che i cagliaritani apprezzano il servizio: con una media di 2,64 corse al mese per ogni utente, gli automobilisti del capoluogo sono i più fedeli utenti in Italia. E, oltre alle quattro ruote, ci sono le due. «Non a caso», racconta Virgilio Scanu di Città ciclabile, «quello dei rivenditori di biciclette è uno dei pochi settori commerciali non in crisi: mediamente, hanno aumentato i fatturati del 20 per cento». E la situazione potrebbe migliorare. «Uno studio effettuato dalla facoltà di Ingegneria dice che il 17 per cento dei dipendenti pubblici utilizzerebbe la bici per andare al lavoro se aumentassero le piste ciclabili e diventassero ancora più sicure».
I DUBBI La strada intrapresa non ammette passi indietro. Anche se non mancano le critiche. A riassumerle è l'ingegnere trasportista Francesco Accardo, del centro studi Riformatori. «Bici: alcune piste, in zone a bassa densità veicolare, sono inutili e il bike sharing è un fallimento. Traffico: le rotonde, per quanto utili, favoriscono le auto ma penalizzano le componenti più deboli, come le bici. E la città ha sofferto troppo per lavori pubblici, in alcuni casi, privi di giustificazione».
Marcello Cocco