Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ex chioschi in regalo Strutture comprate dopo le rimozioni dei baretti

Fonte: L'Unione Sarda
14 novembre 2016

POETTO.

Nessuno li acquista e i gestori spendono 200 euro al mese

 


Nostalgici del penultimo Poetto? Riassaporare il passato prossimo, se proprio ci tenete, non è impossibile. Basta rallentare sul lungosaline più o meno a metà della recinzione dell'ippodromo ed eccoli lì, uno bianco, uno rosa salmone e uno verde pistacchio. Sono i vecchi (ma neanche troppo) chioschi de Il Miraggio, Sesta area e Twist. Vecchi ma neanche troppo: «Quella struttura ha lavorato massimo due anni», sospira Alessio Marci, figlio dei titolari de Il Miraggio. «E ci era costata circa 50 mila euro», aggiunge con amarezza.
COSTI I tre reduci di un'altra epoca sono ufficialmente in vendita. Ma nessuno li vuole. Così restano depositati all'ippodromo. Non gratis: «La società ippica ci chiedeva 200 euro per tenere il nostro lì», racconta Anna Frongia del Nilo. «Ce l'abbiamo lasciato per un annetto. Poi, siccome nessuno voleva acquistarlo o prenderlo in affitto due mesi fa l'abbiamo regalato a degli amici cari che l'hanno portato in una loro campagna, dove ora serve da capanno degli attrezzi». Un destino malinconico, forse, per una struttura in cui tanti hanno trascorso piacevoli serate estive, pranzato con gli amici, vissuto amori. «Sì, ma non è che se ne potesse fare molto altro: tra smontaggio e spostamento, il chiosco si era un po' danneggiato».
LO SMANTELLAMENTO Un anno e mezzo fa, primavera 2015, i chioschi che avevano sostituito quelli dichiarati abusivi due anni prima sono stati smontati e trasportati con la gru fino all'ippodromo intitolato al generale Gutierrez. Poche centinaia di metri di spostamento, ma non indolore: «L'operazione ci era costata mille euro», ricorda Marci. Mentre Frongia fa il calcolo complessivo: «Tra realizzazione, smontaggio e trasferimento del vecchio chiosco e costruzione del nuovo abbiamo speso la bellezza di 180 mila euro». La lunga e fruttuosa stagione estiva appena conclusa non è bastata ad ammortizzare quella somma.
INUTILIZZABILI Lo smantellamento segnò, per quei chioschi, la fine della carriera: i nuovi, come da programmi comunali, dovevano essere (e sono) tutti uguali per dimensioni, progetto, colore, materiali utilizzati. Nel nuovo lungomare, subito apprezzato e “adottato” dai cagliaritani, non c'era più posto per i vecchi, diversi uno dall'altro e a volte chiassosi. Qualche gestore ha preferito liberarsene una volta per tutte: «Noi - racconta Maurizio Marongiu del Twist - abbiamo ceduto la struttura alla falegnameria che stava realizzando il nuovo chiosco. Solo una piccolissima parte potè essere riutilizzata per realizzare il nuovo, che doveva rispondere alle caratteristiche fissate con precisione dall'amministrazione comunale».
«PROPOSTE RISIBILI» Chi non ha già distrutto il vecchio chiosco ha avuto, e ha tuttora, difficoltà a sbarazzarsene. Fino a continuare a sborsare 2.400 euro all'anno per tenerli lì, all'ippodromo, dove le vecchie “scatole” del Corto maltese, del Miraggio e della Sesta area si preparano ad affrontare un autunno e un inverno le cui intemperie lasceranno, inevitabilmente, dei segni. «Ci arrivano proposte d'acquisto risibili», dice ancora Marci: «L'ultima era di 2.000 euro. Solo l'acciaio della struttura vale il triplo. Mi sa che finiremo anche noi per regalarla a chi verrà a prendersela. Ma non è facile: ci sarebbero i costi di spostamento. E in più chi compra deve avere le autorizzazioni: una struttura così fa cubatura, non la puoi installare ovunque».
IL COMUNE Il Comune, socio di maggioranza della Società ippica, non se ne sta occupando: «Sono strutture di proprietà privata e in Giunta non se n'è parlato», premette l'assessora alle Attività produttive Marzia Cilloccu, che poi apre uno spiraglio. «Mi rendo conto che costi meno tenerli lì all'ippodromo che smaltirli. Certo, riutilizzarli potrebbe essere un'idea. Potrebbe valere la pena vedere in che condizioni sono».
Marco Noce