Rassegna Stampa

web Ad Maiora Media

Per lavoratrici autonome ed imprenditrici 600 euro al mese per pagare asili e baby sitter

Fonte: web Ad Maiora Media
4 novembre 2016

LAVORO

 

Grazie al decreto dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia, che estende sperimentalmente il diritto al voucher baby sitting alle imprenditrici ed alle lavoratrici autonome, anche queste mamme potranno richiedere il contributo concesso dallo Stato per 3 mesi, fino ad massimo di 600 euro mensili, durante il primo anno di vita del bambino e potrà essere usato in sostituzione del congedo parentale, per pagare i servizi di baby sitting o i servizi per l’infanzia, erogati da soggetti sia pubblici che privati accreditati.


“Una vittoria per garantire alle donne il diritto a coniugare attività d’impresa e impegni familiari e colmare le disuguaglianze rispetto alle dipendenti – ha evidenziato

Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna

 Le mamme sono tutte uguali, indipendentemente dal lavoro che svolgono. Fare figli è un bene per il Paese e deve essere un diritto garantito a tutte le donne, rendendo disponibili quei servizi e quelle condizioni indispensabili affinché non siano costrette a scegliere se lavorare o fare figli”.

La domanda, come per le lavoratrici dipendenti, può essere presentata tramite il sito internet dell’Inps entro il 31 dicembre 2016 ed il contributo sarà erogato nel limite della spesa di 2 milioni di euro e secondo l’ordine di presentazione delle domande. In Sardegna ci sono

9.330 donne imprenditrici artigiane che potrebbero usufruire del voucher:

“Ora, ai nostri rappresentanti in Parlamento – ha aggiunto Folchetti – chiediamo un altro impegno affinché il voucher passi da sperimentale e temporaneo per continuare a sostenere le imprenditrici a conciliare lavoro e famiglia”.

Ed ha richiamato una recente indagine Doxa: in Italia le donne titolari di un’attività in proprio per il 46% hanno meno di 40 anni (il 13% ne ha meno di 30) con un’età media di 42 anni; il 30% ha una laurea, più del doppio rispetto alla media nazionale (18.9 % dato Istat al 31 dicembre 2014) ed il 58% è anche mamma. “Una percentuale che può crescere, ma bisogna rendere strutturale il voucher che aiuta le imprenditrici a conciliare lavoro e famiglia, perché è con azioni concrete come queste che si aiuta la crescita demografica, rendendo le madri tutte uguali indipendentemente dal lavoro che svolgono. Superando definitivamente l’incomprensibile disparità di trattamento tra dipendenti e imprenditrici”.

(red)

(admaioramedia.it)