Rassegna Stampa

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Zedda, Pizzarotti e Decaro. Nasce a Cagliari il “partito dei sindaci”

Fonte: web sardiniapost.it
3 novembre 2016

 

Sel Sardegna lancia il partito dei sindaci. Perché “il nuovo centrosinistra deve partire dal governo delle città”. Quindi le distanze prese dal Pd (“Noi vogliamo governare i processi, loro sono nati per essere una forza di governo”). Infine il No ufficializzato in vista del referendum costituzionale. Ma la posizione non riguarda il primo cittadino di Cagliari, Massimo Zedda, che “ha scelto di mantenere la segretezza del voto”, fanno sapere da Sinistra ecologia e libertà.

Il partito dei sindaci ha un suo primo laboratorio politico. Sabato prossimo, proprio nel capoluogo, Zedda va a convegno coi colleghi di Bari (Antonio Decaro) e di Parma (Federico Pizzarotti): renziano l’uno, ex M5s l’altro. Titolo dell’iniziativa: “Dal buon governo delle città le idee per superare la crisi e far rinascere il Paese“. La tavola rotonda è stata presentata questa mattina in Municipio dal consigliere regionale Francesco Agus insieme all’assessore all’Urbanistica Francesca Ghirra, agli esponenti dell’assemblea civica Matteo Massa e Andrea Dettori e al coordinatore cittadino Sandro Serreli. L’incontro verrà moderato dal giornalista Stefano Polli. Tra i relatori anche Dario Stefàno, il senatore che insieme a Luciano Uras ha fondato il comitato del So, cioè del Forse, per il referendum del 4 dicembre.

Con l’iniziativa di sabato Sel Sardegna mette la prima pietra sul proprio futuro politico, adesso che il numero uno nazionale, Nicola Fratoianni, ha ufficializzato lo scioglimento del partito, prevedendo la convocazione di una direzione nazionale già per giovedì 4 novembre. “Noi – dice Agus – ribadiamo il nostro disaccordo. Crediamo anzi che  l’epilogo non sia così scontato e puntiamo a mantenere Sel almeno in Sardegna, visti gli ottimi risultati alle Amministrative dello scorso giugno, quando abbiamo raggiunto il miglior risultato di sempre (otto per cento)”.

Tuttavia, l’incertezza sul destino di Sel autorizza il partito sardo a immaginare nuovi scenari in una dimensione nazionale. Ed è proprio questo il respiro dato all’iniziativa di sabato “con un messaggio chiaro – spiega Massa -: la politica deve ripartire dalle comunità”. Agus aggiunge: “Non c’è sondaggio che non riveli quanto i sindaci siano i più amati di cittadini e di fatto i meno pagati e i soli per i quali esiste il vincolo del doppio mandato. Nulla a che vedere col Parlamento, composto da nominati, molti dei quali senza alcun radicamento nei territori”.

Una lettura in filigrana suggerisce però che la distanza di Sel col Pd di Renzi non è abissale, sebbene Agus marchi la differenza “sottolineando che Sinistra ecologia e libertà non sostiene questo Governo perché è una soluzione ibrida (l’accordo con Alfano e Verdini) rispetto al progetto di Bersani delle Politiche 2013”. E la presenza a Cagliari del primo cittadino di Bari, renziano, conferma appunto una certa vicinanza.

Quanto a Pizzarotti, che guida il Comune di Parma, questa la posizione: “La sua presenza all’iniziativa di Cagliari è un importante contributo circa il fallimento della politica grillina – continua Agus -, alla quale Pizzarotti non è più ascrivibile. Il primo cittadino emiliano si è reso protagonista di un nuovo modello di città, fondato sull’innovazione, segnando una rottura netta anche rispetto alla precedente classe dirigente”. Uno spazio amministrativo che la Ghirra, consigliera di maggioranza dal 2011 al 2016, rivendica anche su Cagliari: “Nei primi cinque anni di governo abbiamo messo in ordine il bilancio e ci siamo concentrati sulla programmazione delle opere strategiche”. Interventi che riguarderanno anche la Città metropolitana, “un’occasione di sviluppo che stiamo raccogliendo”, dice Dettori.

Con la presentazione del laboratorio politico di sabato, Sel Sardegna ha fatto chiarezza pure sul referendum del 4 dicembre. Agus ha spiegato intanto il senso del comitato del So fondato da Uras. “Durante tutto il dibattito parlamentare -ha detto il consigliere regionale -, Luciano è stato una dei maggiori oppositori della riforma. Adesso non è che non abbia chiaro cosa fare alle urne, semplicemente si è voluta differenziare una posizione rispetto a certi toni gridati. Veri e propri scenari apocalittici che si levano sia dal fronte del Sì che dai sostenitori del No”.

Agus osserva ancora: “Nel dibattito referendario si parla poco dell’articolo 120 che, per quando mi riguarda, è addirittura più grave del 117 (introduce la clausola di supremazia dello Stato). Il 120, dedicato al potere sostitutivo del Governo nei confronti degli enti locali, prevede che i consiglieri regionali e comunali possano essere rimossi in caso di grave dissesto finanziario dell’ente. “Io – conclude Agus – trovo assurda una simile scelta, perché Regioni e Comuni pagano duramente la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, politiche restrittive che in taluni casi obbligano ad aumentare le tasse per garantire il mantenimenti dei servizi”.

Sabato, dunque, Sel Sardegna lancia nel dibattito nazionale una nuova idea di politica, in qualche modo dal basso, con la piramide invertita rispetto anche al neocentralismo della stessa riforma costituzionale: “I processi – è il ragionamento – si governano a partire dai territori”. L’orizzonte, al momento, sta mettendo d’accordo Cagliari, Bari e Parma. E chissà se altri sindaci decideranno di sposare questa nuova filosofia politica. Un progetto che avrà tante più possibilità di attecchire, quanto maggiore sarà lo sfilacciamento del quadro istituzionale attuale. Un quadro destinato a essere spazzato via specie nel caso in cui il 4 dicembre vinca il No.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)