VIALE SANT'IGNAZIO. Aiuole invase dall'immondizia: il lascito del “botellón” di lunedì sera
Ancora ieri le aiuole di viale Sant'Ignazio erano un tappeto ininterrotto di bottiglie vuote, bicchieri di plastica, cannucce, cartacce, cartoni. È il lascito del botellón di Halloween, cui lunedì sera, a giudicare dai resti, devono avere partecipato centinaia di ragazzi molto assetati. Dopo un intero giorno festivo (Ognissanti) trascorso con il degrado in bella mostra, ieri mattina i netturbini della De Vizia hanno pulito carreggiata e marciapiedi ma non le aiuole: lo faranno stamattina, promette Claudia Medda, assessora comunale con delega al Decoro urbano; anche se, sostiene, toccherebbe al Verde pubblico, il cui responsabile Paolo Frau però nega: «Ma quando mai». Intanto, però, molti dei croceristi sbarcati ieri in città sono andati ad ammirare (da fuori) l'Anfiteatro romano e si sono imbattuti nello scempio.
«Vedremo se la polizia postale sarà in grado di rintracciare gli organizzatori della manifestazione, che non era autorizzata», annuncia Medda: «Stiamo valutando la possibilità di sporgere denuncia».
La colpa, in primis , è di chi ha lasciato quei rifiuti per strada e negli spazi verdi. Tuttavia, nell'area queste riunioni consacrate al consumo in compagnia di grandi quantità di bevande alcoliche si tengono da tempo, eppure i contenitori per rifiuti sono pochi e piccoli. «In occasione di manifestazioni autorizzate siamo sempre disponibili a implementarli ma in questo caso metterne di più sarebbe un segnale sbagliato», sostiene l'assessora: «I cassonetti sono destinati a sparire dalle strade della città. La questione è culturale: tutti siamo stati ragazzi e ci siamo divertiti ma qui manca il rispetto dell'ambiente».
Che i ragazzi facciano baldoria in viale Sant'Ignazio disturba meno rispetto a quando lo facevano nel cuore della Marina, per le proteste dei residenti: «È un male minore - ammette Medda - ma non è accettabile». Linea dura, insomma. «Manifestazioni di questo tipo sono sempre più frequenti e con esiti sempre peggiori. E l'amministrazione si trova a dover far fronte a spese e impegni accessori». (m. n.)