Sant'Efisio Una data incisa sul legno
I lavori di restauro sono terminati e il cocchio di campagna di Sant'Efisio viene restituito alla comunità dei fedeli completamente rinnovato dopo l'intervento di recupero voluto dal comitato costituito l'anno scorso per rimettere a nuovo uno dei simboli della celebrazione.
IL RESTAURO Il recupero del carro, che da più di 350 anni accompagna la statua del martire durante la processione da Giorgino a Nora, è durato sei mesi ed è costato 16 mila euro.
L'intervento, sotto il controllo della soprintendenza dei Beni culturali, è stato possibile grazie al contributo economico dei privati, del Consiglio regionale e della commissione Pari opportunità del Comune.
COMITATO L'iniziativa parte nell'aprile del 2008, quando nasce il comitato presieduto da Cesare Villaminar: «È un miracolo che con la raccolta di fondi siamo riusciti a coprire le spese, che sono state tre volte superiori rispetto a quanto avevamo previsto inizialmente», ha raccontato ieri in occasione della presentazione del carro restaurato. L'idea è stata della vicepresidente Roberta Ballero, la cui famiglia custodisce da sempre l'antica carrozza nella cocchiera all'interno della tenuta di Giorgino, dove si trova anche la cappella dedicata al santo: «Il comitato, con mio grande orgoglio, anche per il sostegno avuto da parte di tanti privati che hanno fatto la loro offerta, può affermare di avere raggiunto il suo scopo».
IL CARRO L'intervento è servito prima di tutto ad accertare che la parte più antica del carro è quella inferiore: la base formata dal telaio e dalle ruote. Come ha spiegato la restauratrice Maria Albai, «durante la pulitura, una volta smontata la cassa posizionata nella parte posteriore del carro, nella seconda traversa abbiamo trovato la data 1796 incisa sul legno». Nel corso degli anni, però, alcune parti (come la ruota posteriore sinistra) sono state sostituite in varie operazioni di manutenzione.
LO STUDIO Più difficile datare con certezza la cabina: secondo la soprintendente Lucia Arbace è stata realizzata tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, anche se alcune parti risultano addirittura più antiche. Lo scorso anno, l'artigiano decoratore di Sarroch Ignazio Zino Sechi raccontò a L'Unione Sarda che il cocchio era stato realizzato a Villa d'Orri per il marchese Vincenzo Manca di Villahermosa, che poi avrebbe regalato la carrozza alla Confraternita di Sant'Efisio, da sempre proprietaria del mezzo che trasporta la statua da Giorgino fino a Nora. Secondo il comitato, in quel periodo potrebbe essere stato realizzato uno dei numerosi interventi di restauro che nel corso degli anni sono stati effettuati sul cocchio.
NICOLA PERROTTI
28/04/2009