Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mulè: «Niente stereotipi La Sardegna ci piace così»

Fonte: L'Unione Sarda
28 settembre 2016

L'intervista A tu per tu con il direttore da oggi a Cagliari con “Panorama d'Italia”

 

S ettemila iscritti, molti incontri sold out - tra i quali la lezione sui tesori dell'arte di Sgarbi - e la replica di alcuni degli appuntamenti in calendario. I numeri descrivono in maniera anticipata il gradimento della manifestazione “Panorama d'Italia” che, da oggi (l'inaugurazione alle 16 in piazza Costituzione) e sino a sabato, metterà in vetrina le eccellenze di Cagliari. Non solo quelle più apprezzate e legate agli stereotipi che caratterizzano l'immagine del Bel Paese (arte, musica, letteratura e cucina), ma anche le esperienze di successo maturate nel settore dell'innovazione, della scienza e della tecnologia. Giorgio Mulè, direttore del newsmagazine organizzatore del tour itinerante che ha già fatto tappa in diverse regioni d'Italia, si dice sorpreso dallo straordinario riscontro. «È la prima volta che veniamo a Cagliari e non sarà sicuramente l'ultima. Sapevamo di trovare terreno fertile nel quale seminare stimoli utili al confronto, ma non di essere travolti dalle richieste di adesione».
Un'ulteriore conferma del fatto che l'Italia, come vuole il titolo di uno dei 16 eventi in programma e di cui lei sarà moderatore, può ripartire anche da Cagliari?
«Non si può prescindere da questa consapevolezza. È il capoluogo di un'Isola che, pur così definita dal punto di vista geografico, sarebbe un errore considerare tale in merito alle strategie e alla programmazione dello sviluppo. È un territorio che va irrorato con energie positive. Devono arrivare dallo Stato centrale, certo, ma anche incentivando a livello locale la creazione di condizioni per fare impresa».
Il format investe sull'innovazione. Il riscontro è arrivato?
«La risposta che abbiamo avuto è straordinaria. Sulle start up era prevedibile, tuttavia, visto che Cagliari è stata culla primordiale della civiltà digitale 2.0. Non ci attendevamo invece il successo di appuntamenti che in altre città hanno avuto meno presa. Abbiamo per esempio il pienone per la scrittrice Paola Soriga. Saremo costretti a replicare la passeggiata nello spazio. Avremo difficoltà a dare da mangiare a tutti gli iscritti allo showcooking di Luigi Pomata. Non pensavamo nemmeno si creasse una lista d'attesa per il talk show col viceministro dell'Economia Enrico Zanetti. Anche il format col presidente della Regione a oggi registra il sold out».
Come si svolgerà l'intervista pubblica al governatore?
«Nelle scorse settimane siamo stati a Cagliari per registrare delle video domande. Saranno proposte a Pigliaru insieme con le mie e quelle del pubblico in sala».
È prevedibile che, vista la situazione di crisi, verteranno sul problema della disoccupazione giovanile.
«In Sardegna raggiunge tassi insopportabili e insostenibili. A Cagliari ci saranno esperti che si occupano di promuovere e sostenere le start up. Diranno quali sono gli strumenti a disposizione di un giovane sardo che voglia realizzare progetti innovativi. Col viceministro Zanetti affronteremo la tematica ad ampio raggio. Discuteremo di fiscalità di vantaggio, di zone economiche speciali e della capacità di stimolare il territorio. In Sardegna secondo me è stato fatto troppo poco. La regione (e la Sicilia non è da meno), se rapportata con le Baleari, rappresenta un paradosso: a parità di perimetro di coste, il numero di turisti che scelgono le Isole maggiori italiane, è di dieci volte inferiore».
Quale ritiene sia la causa?
«A un'offerta eccelsa non è corrisposto uno stimolo adeguato della domanda. Ancora discutiamo se il traghetto debba costare 60 o 70 euro. Non abbiamo però fatto il passaggio successivo. Non ci siamo chiesti, per esempio, come andare a prendere i Cinesi».
Cagliari, città sul mare, dotata di tutti i servizi, è una bella vetrina, certo. Alle spalle c'è però una Sardegna che si spopola.
«Siamo a ridosso della presentazione della Legge di stabilità. A maggior ragione pungoleremo il rappresentante del Governo affinché ragioni anche su questo problema».
Manuela Arca