Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Cacip avverte l'Eni: quei terreni sono nostri

Fonte: L'Unione Sarda
26 settembre 2016

MACCHIAREDDU.

Piano di rilancio delle saline Conti Vecchi

 

Il Cacip contro l'Eni: «I terreni sono nostri». Così il consorzio industriale entra a gamba tesa nel grande progetto di rilancio del cane a sei zampe per le saline Conti Vecchi, a Macchiareddu. Un piano industriale, che prevede investimenti milionari e - è stato ribadito più volte - un investimento sulla tutela ambientale, per arrivare all'aumento della produzione di sale e clorosoda, ossia la parte chimica del business. All'assessorato all'Ambiente sono in corso le procedure di valutazione ambientale. Gli ingegneri del Cacip hanno studiate le mappe, per capire dove Conti Vecchi (controllata Syndial, quindi Eni) vuole realizzare gli interventi. Il risultato del loro lavoro è stato trasferito in una lettera del direttore generale Anna Maria Congiu. «Nelle planimetrie», scrive la massima dirigente del consorzio, «vengono riportate come aree demaniali e, in parte, quali di proprietà Conti Vecchi, numerose aree, viceversa, di proprietà del Cacip». E dal più importante palazzo della zona industriale rivendicano i loro diritti: «Risulta dunque palese che ogni e qualsiasi iniziativa progettuale su aree di proprietà del consorzio deve essere preceduta da eventuali accordi formali per la definizione della proprietà delle aree medesime».
Questo passaggio è sottolineato. Il cuore della missiva. Può significare un rallentamento dei piani dell'Eni, l'inizio di una trattativa per l'acquisizione o l'affitto dei terreni. Certo, è un inciampo che forse nessuno aveva previsto. Congiu comunque non chiude le porte e «sottolinea l'esigenza di poter avere a disposizione una planimetria catastale delle aree oggetto dell'intervento al fine di definire compiutamente la proprietà delle stesse».
Al vaglio dell'Ambiente c'è il rinnovo della concessione mineraria “Santa Gilla”, risalente al 1931, che riguarda impianti che ricadono nei comuni di Cagliari, Assemini e Capoterra. Ci lavorano, stando al piano industriale, 98 addetti fissi più 20 stagionali per la raccolta del sale tra settembre e novembre. Il coinvolgimento del territorio «prevede l'impiego di circa 200 risorse», è scritto nelle carte dell'Eni, «di cui 80 per la manutenzione, 100 per la realizzazione degli investimenti e 20 per la logistica».
Enrico Fresu