Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zedda, nomina regolare

Fonte: L'Unione Sarda
23 settembre 2016

TRIBUNALE. Depositate le motivazioni dell'assoluzione del sindaco

 

«Crivellenti aveva i titoli per gestire il Lirico» 

 


Marcella Crivellenti «presentava un curriculum compatibile» e aveva «la richiesta esperienza» in gestione teatrale. L'intento perseguito da Massimo Zedda» con la sua nomina «non era», quindi, «quello di favorire una sua protègèe», bensì «l'interesse pubblico, in quel momento prioritario: riequilibrio del conto economico, razionalizzazione della spesa, eliminazione degli sprechi e contenimento dei costi». Tutto «ciò che la candidata prometteva di saper fare». Per di più, quella nomina non era stata caldeggiata: «Non è emerso nessun rapporto, nemmeno di conoscenza superficiale, tra Zedda e l'onorevole (Gianni, ndr) Letta».
Sono state illustrate in 142 pagine le motivazioni (depositate in cancelleria lunedì) che hanno portato all'assoluzione piena - il 23 marzo 2016 - del sindaco Massimo Zedda dall'accusa di un doppio abuso d'ufficio: il pm Giangiacomo Pilia contestava al primo cittadino (come presidente della Fondazione) di aver proceduto alla nomina di Crivellenti a sovrintendente del Teatro Lirico in spregio alla precedente manifestazione di interesse dallo stesso sindaco bandita e anche di aver estromesso dal cda dell'ente il consigliere Giorgio Baggiani.
Per i giudici della prima sezione del Tribunale (presidente Claudio Gatti, a latere Silvia Badas e Claudia Belelli), «il fatto non sussiste»: non fu commesso alcun abuso d'ufficio. Stando ai fatti, i giudici spiegano che la Fondazione Teatro Lirico versava «sin dall'epoca in una situazione finanziaria disastrosa»: risulta «dai bilanci, dalle relazioni agli atti, dalle deposizioni dei testi e dalle relazioni della Corte dei conti». Non solo: «Il debito era stato accumulato in gran parte nel corso della prima gestione Meli (Mauro, ndr)». È quindi «in questo contesto» che si scelse di procedere «alla raccolta delle disponibilità e dei curricula di tutti i professionisti interessati all'incarico». Crivellenti, invitata a partecipare, «non aveva mostrato alcun interesse», anzi, «aveva suggerito al sindaco i nominativi di altri qualificati professionisti».
Su quanto accaduto in quel periodo (giugno 2012) i giudici intendono «sgombrare il campo dalle fuorvianti e insincere ricostruzioni offerte dai consiglieri del cda Oscar Serci e Gualtiero Cualbu, e in minor misura Maurizio Porcelli e Felice Contu». I quali, sul «voto espresso il 1 ottobre 2012» (giorno della nomina) «attraverso equilibrismi linguistici, dimentichi del ruolo del teste nelle aule di giustizia e del giuramento appena prestato, mirano a confondere gli argomenti della discussione che precedette il voto» con «l'oggetto della deliberazione finale, che non fu certo la fiducia del presidente» (non prevista perché la carica non è elettiva) bensì «la nomina del nuovo sovrintendente». Per il Tribunale Crivellenti era stata nominata «con voto unanime del cda, ciò che del resto neppure è stato seriamente contestato davanti al Tribunale amministrativo regionale che annullò la nomina». Con motivi che - è spiegato in una nota - «sotto molti profili non condivisi da questo collegio».
La Fondazione inoltre non era tenuta a fare una selezione pubblica: «Il cda ha il potere di nominare e revocare il sovrintendente sulla base di una valutazione discrezionale». Anche per quanto riguarda l'estromissione di Baggiani dal cda i giudici sono chiari: Zedda «non agì con l'intenzione di danneggiarlo». Anzi, Baggiani «sin dall'inizio avrebbe dovuto essere dichiarato decaduto dalla nomina operata dal sindaco Floris», per «gravi irregolarità inerenti il suo operato». Ciò detto: «Il fatto non sussiste».
Veronica Nedrini