Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bentornato, Giro d'Italia ! Via da Alghero, poi Olbia, Tortolì e Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
15 settembre 2016

Dopo dieci anni l'Isola riabbraccerà la corsa rosa nell'edizione numero cento

 


MILANO A furia di svolazzare su e giù per l'Italia e per l'Europa, quel nastro rosa è tornato nell'Isola. Spinto dal maestrale, quel delicato velo che avvolge tutto e tutti nel nome della bicicletta, si è posato su Alghero: la Grande Partenza del Giro d'Italia 2017 sarà data dalla città catalana, venerdì 5 maggio. E adesso è ufficiale. Una gremita sala “Dino Buzzati” (nella storica sede della Gazzetta a Milano) ha salutato l'annuncio del ritorno dopo dieci anni della Sardegna nel percorso del Giro. Sul palco, sereno e felice, l'ambasciatore del ciclismo sardo nel mondo, Fabio Aru. Accanto a lui, per la Regione Sardegna, con in tasca un assegno da due milioni e mezzo, l'assessore al Turismo Francesco Morandi.
Tre tappe, come nel 1991 e nel 2007, con arrivi a Olbia, Tortolì e Cagliari. Si riparte da dove si arriva il giorno prima e l'assenza degli odiati trasferimenti è l'altra bella notizia per la carovana che torna sempre volentieri in Sardegna. E che troverà gli ingredienti di sempre: continui saliscendi, vento, percorsi che costringono i velocisti a sudarsi la possibilità di disputare lo sprint.
«Abbiamo voluto sposare la Sardegna perché questo è un Giro particolare e non potevamo non tenere conto di un disegno che abbracci tutta l'Italia», ha detto Mauro Vegni, ricordando che il 25 ottobre a Milano ci sarà la presentazione dell'intero tracciato. «Sarà un Giro con caratteristiche diverse, ma darà spazio ai corridori di tutti i tipi: scalatori, velocisti, finisseur. Capisco che la gente voglia vedere le salite, ma è giusto dare a tutti le opportunità. Il Giro sarà equilibrato, sennò è spettacolo ma non è più sport.». E, rivolto ad Aru, ha aggiunto: «Voglio tranquillizzarti: troverai tante salite per esaltare le tue doti».
Sarà una partenza “a blocco”: subito due tappe oltre i duecento chilometri con tanto dislivello. E chi non arriverà ben prepararato rischierà di lasciarci le penne, nel senso di preziosi minuti in classifica.
In attesa di verificare la reazione dei corridori, alla Sardegna interessano altre cose, che giustificano l'investimento. Le cifre snocciolate dalla Rcs Sport (c'era anche il nuovo proprietario Urbano Cairo) prefigurano un audience sterminata: 194 paesi interessati dalla trasmissione della corsa, quasi 2000 operatori mediatici accreditati. La diretta tv non sarà necessariamente sulla Rai. «Dobbiamo discutere», ha detto il proprietario di La7, che vuole avvicinarsi al fatturato del Tour. Curioso che si parta da Alghero, sede negli ultimi anni del quartier generale di un Rally d'Italia Sardegna fortemente in bilico. Ma la Regione ha progetti più “coerenti”: «Stiamo investendo 15 milioni per completare una rete di strade ciclabili di 2700 chiliometri», ha detto Morandi, «perché venire in Sardegna non sia solo un'esperienza di sport o vacanza, ma di vita. Siamo una delle cinque zone del mondo dove si vive più a lungo, abbiamo il maggior numero di centenari, e tesori incredibili. Ventimila specie fanno di noi l'isola con la maggiore biodiversità, l'enogastronomia metterà a dura prova i corridori». Uno spot molto ben recitato, coinvolgente, almeno quanto il video di tziu Giulio Podda, da San Sperate, 102 anni, ogni giorno dieci km in bici.
A Milano, la Sardegna ha messo sul tavolo le proprie eccellenze: la bravura e la tenacia di Fabio Aru, la bellezza di Giorgia Palmas, le imprese della Dinamo, la Serie A del Cagliari. Un occasione per tutti per parlarsi, tra l'altro. Tommaso Giulini ha invitato Fabio Aru e i suoi genitori Alessandro e Antonella (per la gioia del fratello supertifoso, Matteo) al Sant'Elia, poi ha discusso a lungo con Stefano Sardara. Il Giro che unisce l'Italia può essere l'occasione anche per unire chi ha voglia di far crescere la Sardegna. Cosa aspettano gli albergatori a offrire alle squadre soggiorni per la preparazione invernale sulle nostre strade, magari a prezzi che competano con quelli dei colleghi spagnoli?
Aru completa l'opera dell'assessore: sembrano una squadra. Rilascia interviste orgogliose, si sottopone agli inevitabili selfie, alternati alla foto di rito per sponsor e autorità, firma autografi e si illumina quando una signora con accento milanese («Ma io sono di Nurri!»), Pina Picciau, gli porge una piccola foto in bianco e nero: «Lo riconosci? È Fausto Coppi e questo è il suo autografo: ci tenevo che l'avessi tu».
Soltanto Urbano Cairo riesce a rubargli al scena: «È il mio primo giro da patron, ma l'ho sempre seguito». Poi si ferma: «Ma c'è Giulini? Attenti a questo: mi ha venduto giocatori al massimo del prezzo e quando me ne ha comprato uno ha preteso lo sconto». Altro Giro, altre cose.
C. A. M.
@IronCam