Commercio. Nessuna deroga del Comune alla legge regionale che impone la serrata: «Apriamo lo stesso»
Sfida anche alla concorrenza dei centri commerciali, accese le vetrine più rinomate
In via Manno, nel largo Carlo Felice e in via Garibaldi è rivolta. «Se apriranno i centri commerciali, lo faremo anche noi». E puntualmente domani serrande sollevate da Castangia, Guarino e tutte le boutique più importanti delle vie dello shopping. La decisione arriva dopo una settimana tormentata. Tutto nasce dalla legge del giugno 2006 che prevede la chiusura dei negozi per il 25 aprile. In un estremo tentativo di venire incontro alle esigenze dei commercianti il 14 aprile la giunta Cappellacci ha firmato un ddl per derogare l’apertura, ma il consiglio regionale non si è riunito e il ddl non ha incassato l’indispensabile sì dell’aula di via Roma restando lettera morta. L’ultima speranza era la deroga del Comune. Mercoledì si è tenuto un summit tra Comune, associazioni dei commercianti e sindacati. Ma l’assessore alle Attività produttive Paolo Carta ha alzato bandiera bianca davanti al mancato sostegno di Ascom e Confcommercio perplessi sull’ipotesi di deroga, chiesta a gran voce soprattutto dai negozianti del centro, in virtù della promozione della vocazione turistica del zona, prevista nero su bianco dalla legge.
A FAR IMBUFALIRE ulteriormente i commercianti delle vie storiche, alcuni volantini in circolazione in città che annunciavano l’apertura dei centri commerciali nell’hinterland. Ed ora è polemica anche per gli strumenti sanzionatori adottati: la multa di mille euro per violazione della legge regionale costituisce un valido deterrente per il singolo commerciante, ma non fa nemmeno il solletico ad un grande megastore. Al quale dunque conviene aprire, sia pure in aperta violazione del regolamento, e pagare la multa, suddivisa in contributi da poche decine di euro ciascuno per ogni singolo esercizio. Ma stavolta dovrebbe andare diversamente: nomi importanti dello shopping cittadino come Castangia, Guarino, Perspektiva, Saloon tra via Manno, via Garibaldi e il largo Carlo Felice hanno deciso infatti di tenere le serrande alzate. «Il problema sta tutto nella diversa capacità di incidenza della mula», spiega Davide Marcello, commerciante del largo Carlo Felice. Si all’apertura dunque tra via Manno, via Garibaldi e il largo Carlo Felice. «È un momento difficile e vogliamo tenere i negozi aperti», spiega Roberto Puddu, da via Garibaldi, «anche se abbiamo politici e associazioni contro». «Mi chiedo», si domanda il presidente del consorzio Centro storico Roberto Bolognese, «se ha ancora un senso parlare di città turistica. Mi rifaccio», conclude, «alla legge regionale che mira ad equilibrare il rapporto tra centro e grande distribuzione. E a questo proposito sorge la domanda: dov’è il riequilibrio? ». ¦ EN. NE.