Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sorridete, c'è la telecamera

Fonte: L'Unione Sarda
5 settembre 2016

L'impianto principale è di Comune-Ctm, ma serve a rilevare il traffico. Regole ferree

 

 

Videosorveglianza, un migliaio di occhi elettronici in città 

Non è necessario camminare sorridenti, mentre si è ripresi dalle telecamere degli impianti pubblici e privati sparsi in città. Perché 24 ore dopo, salvo eccezioni, di quella ripresa nulla più rimane: il file si autodistrugge, se le forze dell'ordine o la magistratura non lo richiedono prima. In città le telecamere potrebbero raggiungere quota mille, secondo una stima assai approssimativa: chi accende un impianto deve darne comunicazione alla Questura, dove però non è stato fatto un conteggio delle note inviate dai titolari degli impianti tv. Le prescrizioni del Garante per la privacy sono molte e stringenti, pesanti le sanzioni per chi non le rispetta.
IL COMUNE Spesso utile per la lotta al crimine, il settore ha il suo principe in un impianto che in realtà serve a rilevare il traffico. È del Comune, lo gestisce il Ctm (socio nel Piano operativo regionale che l'ha finanziato) e lo utilizza la Polizia municipale. «Sono 65 telecamere nell'area urbana», conferma il comandante, Mario Delogu, «altre 30 nell'area vasta sono gestite dai Comuni nel cui territorio ricadono». L'impianto comunale non è dedicato alla pubblica sicurezza: «Riprendiamo incroci, rileviamo flussi di traffico per inviare la pattuglia dove si forma un ingorgo». Delogu precisa che nella sala operativa si possono vedere le immagini riprese in diretta, «ma non avviene alcuna registrazione». Il segnale dell'impianto comunale è ripetuto nelle centrali operative di Questura, carabinieri e guardia di finanza: «Quando ci è richiesto da forze dell'ordine o magistratura», spiega Delogu, «di girare una telecamera manovrabile in remoto verso una certa zona per favorire un'indagine, lo facciamo e, se richiesto, registriamo le riprese. Per quanto ci riguarda, però, il sistema nasce per il monitoraggio del traffico e per quello è utilizzato». Certo, affiancare una seconda telecamera per la pubblica sicurezza, integrando i sistemi, non sarebbe una grande spesa: infatti in Prefettura se ne discute già da tempo, ma tutte le regole sono ancora da scrivere. Chi potrà richiedere le immagini? Per quali motivi? Per quanto tempo? Per il resto, una seconda telecamera a un impianto che già esiste comporta spese assai ridotte.
I NEGOZI Le attività commerciali, con qualche ben delimitata eccezione, non possono puntare le telecamere all'esterno: al massimo, riprendere il proprio ingresso. La legge obbliga i commercianti a segnalare con cartelli la presenza di telecamere all'interno dell'attività e a utilizzare un cartello più specifico se l'impianto è collegato con le forze di polizia. L'impianto di registrazione sovrascrive il file di 24 ore prima, quindi sono disponibili sempre le ultime 24. Le banche possono essere autorizzate a riprendere il perimetro delle proprie sedi, oltre che l'interno, e a conservare le immagini per una settimana. La stessa autorizzazione può essere accordata ad attività particolari, tra cui gioiellerie e acquirenti di oro. Anche in questi casi, si può derogare al periodo massimo di conservazione delle immagini fissato generalmente in 24 ore. Per le sedi di uffici pubblici, in particolare per quelli giudiziari e di polizia, è lecita la videosorveglianza lungo tutto il perimetro. Le telecamere si vedono, ad esempio, anche puntate sull'ingresso degli uffici regionali e anche comunali.
I TRASPORTI Premesso che è lecita la telecamera nel taxi (con il cartello), il Ctm ha la sua rete di videosorveglianza per garantire la sicurezza di passeggeri, personale e patrimonio. Quasi tutti i mezzi hanno le telecamere a bordo e le immagini si conservano per 72 ore, a meno che la magistratura o le forze di polizia richiedano le registrazioni per documentare reati. Hanno già fatto il proprio dovere molte volte, le telecamere sugli autobus, così come quelle installate in diverse fermate. Anche in questo caso, nessuno guarda quelle immagini se non ve n'è motivo e, dopo 72 ore, si potrà tranquillamente affermare - senza timore di essere smentiti - di non essere mai stati da quelle parti.
Luigi Almiento