Santa Gilla. Ieri incontro tra i pescatori e l'assessore dell'Agricoltura: «Presentatemi una proposta»
Strumenti molto più efficaci di vigilanza contro gli abusivi e chi inquina, ma anche un vero e proprio piano industriale che rilanci la laguna di Santa Gilla. È quanto emerso ieri mattina al termine del tavolo tecnico allestito tra le principali associazioni di categoria dei pescatori e l'assessore regionale dell'Agricoltura Andrea Prato. Un vertice organizzato lunedì mattina, dopo il sit-in e la manifestazione di protesta degli operatori dello stagno sotto il palazzo della Regione in viale Trento, culminato con un rapido faccia a faccia con il presidente Ugo Cappellacci. Avevano chiesto un progetto per il rilancio della laguna, ma anche regole precise che scongiurino il saccheggio quotidiano che ogni giorno subiscono per opera degli abusivi.
LA PROTESTA A sottolineare la situazione di emergenza era stato Giuseppe Deplano, presidente del “Consorzio ittico Santa Gilla”, sigla sotto cui operano le cooperative concessionarie degli stabilimenti. «I problemi sono irrisolti ormai da anni e mettono in ginocchio centinaia di famiglie», aveva detto, «servono come minimo tre mesi di fermo per eliminare i fabbricati abusivi lungo le sponde, ma anche un regolamento che impedisca la pesca agli abusivi». E ieri mattina, nella sede dell'assessorato dell'Agricoltura, i punti centrali della vertenza sono stati snocciolati dai rappresentanti delle associazioni di categoria (non solo quelli del consorzio). «In passato è mancato un dialogo tra tutte le otto amministrazioni competenti nell'area», ha riferito l'assessore Prato, «ci sarà una ricognizione sulle competenze di ciascuno. Serve un maggiore dialogo per il futuro e mi impegnerò per questo, affinché il destino di Santa Gilla venga deciso assieme».
LE SOLUZIONI Due i punti cardine: vigilanza contro gli abusivi e l'inquinamento provocato da presunti scarichi fognari (tutti ancora da scoprire) e da costruzioni fatiscenti che circondano la laguna. Le proposte sono quelle di un rilancio dello stagno simile a quello che, in alcune zone, avviene per il comparto agricolo: fonti alternative di reddito come il turismo ittico, culinario o la pesca sportiva. L'assessore Prato ha poi chiesto ai pescatori di presentare a breve un piano industriale (business plan) per lo sviluppo delle attività: un progetto che dovrà essere condiviso dalla Regione, ma che offra prospettive al maggior numero di operatori possibile. Il piano, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbe contenere anche un progetto dettagliato per la vigilanza della laguna con la Regione che si sarebbe impegnata ad attuare misure molto più efficaci per combattere gli abusivi. Si parla di recinzioni e telecamere.
FRANCESCO PINNA
24/04/2009