Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sbarcano altri 931 migranti Stamattina a bordo della Dattilo attesi anche 202 minorenni

Fonte: L'Unione Sarda
2 settembre 2016

CAGLIARI.

Mercoledì è attraccata al molo del Porto Canale una nave con 617 stranieri 

La corsa disperata delle Prefetture sarde, alle prese con un sistema dell'accoglienza al collasso, è iniziata un secondo dopo l'arrivo della comunicazione da Roma: trovare un posto per ospitare i 931 migranti che oggi sbarcheranno al Porto Canale dalla nave Dattilo della Guardia costiera. Il tutto ad appena quarantott'ore dall'arrivo a Cagliari della James Joyce con a bordo 617 stranieri in fuga dai loro Paesi.
Una sfida contro il tempo. Ma oggi, alle 8, sulla banchina del molo “Rinfusa” le operazioni si fermeranno per un minuto di silenzio quando dalla nave verranno fatte scendere le bare con dentro le salme di tre migranti morti durante il viaggio della speranza dalle coste della Libia. Corpi senza vita trovati dai soccorritori nei barconi. Una tragedia nella tragedia di un esodo oramai senza fine.
EMERGENZA MINORI La comunicazione del nuovo sbarco è arrivata a un giorno di distanza dall'incremento della quota di migranti destinati alla Sardegna decisa del Ministero. Un aumento di 1.200 persone per far fronte all'emergenza in atto con i continui e numerosi salvataggi in mare nelle operazioni coordinate dalla Guardia costiera. Dalla Dattilo - secondo i primi dati ancora non ufficiali - oggi scenderanno 616 uomini, 102 donne, 11 bambini e ben 202 minorenni. Proprio quest'ultimo dato è preoccupante perché i minori non accompagnati dovrebbero seguire un iter di accoglienza diverso, in strutture distinte da quelle destinate agli adulti. Ma il sistema dell'accoglienza, in piena emergenza, non riesce a rispettare queste distinzioni. Tra le nazionalità maggiormente rappresentate ci sono quelle della Nigeria (248), Gambia (115), Senegal (112) e Bangladesh (103). Oggi andrà in scena il solito film con il primo soccorso, le operazioni di identificazione e il successivo trasferimento nelle strutture individuate dalle Prefetture: 440 migranti resteranno nella provincia di Cagliari, 282 a Sassari, 122 a Nuoro e 87 a Oristano.
L'ALLARME Una situazione vicina al collasso da affrontare al più presto. E per questo Pier Sandro Scano, presidente dell'Anci Sardegna, ha chiesto al governatore Francesco Pigliaru e al presidente nazionale Anci, Piero Fassino, di promuovere immediatamente una conferenza unificata affinché «il Governo adotti una politica diversa, basata sulla cooperazione internazionale e sulla gestione dei rimpatri». Scano ha evidenziato che in Sardegna, visti i numeri degli arrivi, è a rischio «non solo la tenuta del sistema di accoglienza, ma anche del sistema sociale di sicurezza e di ordine pubblico, sia per i migranti, sia per i nostri concittadini». I problemi per l'Isola sono numerosi: «Il Governo italiano viola le quote decise e ci sono difficoltà nell'accoglienza dei minori. Possiamo salvarli tutti, ma non possiamo tenerli tutti in Italia». Duro attacco di Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia: «Solo un governo folle e pericoloso può inviare altri 930 migranti in Sardegna con un sistema di accoglienza già al collasso. La Regione dica chiaramente basta agli sbarchi nell'Isola».
GLI SCAFISTI Intanto ieri gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Alfredo Fabbrocini, in collaborazione con i finanzieri del Reparto operativo aeronavale, hanno arrestato cinque stranieri accusati di essere gli scafisti delle imbarcazioni soccorse al largo della Libia con a bordo una parte dei 617 migranti sbarcati mercoledì a Cagliari dalla nave miliare irlandese James Joyce. Grazie alle testimonianze degli stranieri, ascoltati nelle tende del campo di accoglienza predisposto al Porto Canale, poliziotti e finanzieri sono risaliti ad Achraf Mohamed Saker (26 anni, Libia), Musa Mbellow (19, Gambia), Luke Dele Iduh (38, Nigeria), Aiad Mohamed Sherif (26, Libia), Mohamed Gibril (22, Sudan): i cinque sono stati arrestati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e accompagnati in carcere a Uta. I presunti scafisti, come evidenziato dal capo della Mobile, «sarebbero il braccio operativo delle organizzazioni criminali libiche che lucrano sul traffico di esseri umani». Viaggi della speranza spesso rischiosi: i migranti vengono stipati in gommoni e barchini con il pericolo concreto che affondino.
Matteo Vercelli