Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sfidiamo la legge: domani si apre»

Fonte: L'Unione Sarda
24 aprile 2009

25 aprile. Serrande sollevate nonostante la norma (non ancora modificata) lo vieti 

Rivolta dei commercianti dei consorzi del centro storico

I commercianti del centro storico sono pronti a sfidare la legge: domani apriranno nonostante la mancata modifica della norma regionale.
Sarà una «intesa cordiale», una sorta di vivi e lascia vivere applicato al mondo - ultimamente asfittico - del commercio: domani, sabato 25 aprile, i negozi del centro storico alzeranno le saracinesche. Forse non tutti, sicuramente una buona parte. Anche se una legge regionale (la 5 del 2006) lo vieta. E anche se il disegno di legge che darebbe il via libera agli imprenditori non è ancora stato approvato dal nuovo consiglio regionale. L'apertura è arrivata dal Comune. L'assessore alle attività produttive assicura: «Chi aprirà, non avrà di certo il fiato sul collo della nostra polizia municipale». In sintesi: chi vuole, può lavorare, non saremo noi a multarlo. Ma i controlli potrebbero arrivare anche dalle altre forze dell'ordine.
LE AZIENDE Alfonso Guarino, commerciante d'abbigliamento alla seconda generazione, giura che sarà in negozio: «Il Comune ha compreso le necessità del settore e chiuderà un occhio. E insieme a me apriranno anche tanti colleghi del consorzio del Centro storico, in via Garibaldi e via Manno». Tutti a lavoro nel giorno di festa: una novità, considerando le polemiche passate sulle aperture domenicali. Ma domani è sabato, giorno che da solo garantisce il 30 per cento del fatturato settimanale.
«La chiusura festiva è un po' la preistoria del commercio. Prima si era molto più individualisti, ma ora il livello medio dei negozianti è cresciuto. Andiamo avanti già da due anni con l'apertura domenicale: i primi tempi sentivo i clienti entusiasti, contenti di riappropriarsi della città», racconta Guarino. «E poi sarebbe stato un suicidio chiudere il sabato sera, anche se è chiaro che il riposo ci deve essere».
Sulla stessa linea d'onda il presidente del consorzio Insieme Franco Fozzi: «Vorrebbero aprire tutti i nostri associati, ma solo una parte lo farà, per paura delle multe». La sanzione parte da 1.100 euro ma arriva fino a 6.000. E in caso di recidiva, può scattare la chiusura del locale. «Ma chi guadagna poco, 500 euro ad esempio, non rischierà di certo una multa del genere. Il consorzio non può dare indicazioni ai propri iscritti, non può vincolarli. Credo che solo la metà alzerà la saracinesca», spiega Fozzi.
IL COMUNE Paolo Carta, assessore alle attività produttive, chiarisce: «La nostra scelta, voluta dal sindaco, è quella di non accanirsi nelle verifiche, anche se abbiamo solo il controllo della polizia municipale e non possiamo assicurare che polizia e carabinieri facciano lo stesso. Il sabato rappresenta una percentuale altissima nei guadagni dei negozianti, che ultimamente non stanno attraversando un buon periodo: anche le condizioni meteo non aiutano. Avremmo voluto emettere un'ordinanza per autorizzarli ad aprire, ma non abbiamo avuto il sostegno sufficiente. Sindacati e Ascom si sono opposti duramente. Rimane un po' di amarezza, perché sarebbe stato meglio modificare in tempo la legge regionale». L'amministrazione comunale proponeva una deroga almeno per i negozi del centro storico e per i mercati civici, ma non si è arrivati all'accordo. L'ipotesi è tramontata mercoledì: per i mercati sarebbe stato impossibile l'approvvigionamento.
GRANDE DISTRIBUZIONE Ma se in centro i negozi apriranno, la grande distribuzione (a parte la Rinascente che forse aprirà) rimarrà bloccata, a partire dal Carrefour del Centro commerciale Le Vele: «I controlli nei centri commerciali sarebbero scontati», conclude Agostino Cicalò, delegato regionale di Federdistribuzione, «se aprissero, qualcuno presenterebbe immediatamente un esposto. La Rinascente e le città mercato Auchan avevano dato volentieri la loro disponibilità, ma rispetteranno la legge. In questi casi a far paura non è tanto la multa, che è economicamente sostenibile, ma il pericolo di cadere nella recidiva, che può portare alla chiusura forzata dell'attività».
MICHELE RUFFI

24/04/2009