Due appuntamenti storici con cui i borghi tentano di collegarsi col resto della città
Sanno bene che non bastano, che per il vero riscatto di Sant'Elia, così come per il Villaggio pescatori di Giorgino, serve ben altro. Problemi differenti, certo. Storie diverse, quelle del piccolo borgo, bellissimo e vivibile, diventato immenso quartiere a cavallo degli anni Settanta, e l'altro villaggio affacciato sul mare di Giorgino, ma anche realtà urbane e sociali unite dal distacco col resto della città. Vivono, qui, cittadini di una Cagliari troppo spesso lontana.
GLI APPUNTAMENTI Le sagre del pesce che oggi a Sant'Elia e sabato prossimo a Giorgino animeranno le due comunità, daranno voce e anima alla voglia di riscatto, al desiderio forte di rivincita. «Allora davvero questo nostro bistrattato rione diventerà città», dice Andrea Loi, il presidente dell'Associazione sagra del pesca Sant'Elia che raduna una trentina di soci attivi ma è anche capace di far partire ogni anno, da ormai otto, una macchina organizzativa fatta di braccia e anime, di cento e passa infaticabili volontari. «Donne e uomini, giovani e anziani che amano Sant'Elia e che vorrebbero, una volta per tutte, sentirsi parte di un'intera comunità: Cagliari», racconta Loi. «Spesso ci dipingono come un quartiere maledetto, insidioso, pericoloso. Poi magari leggiamo sulla stampa che le brutte storie avvengono ovunque, che non hanno confini geografici e tanto meno rionali», avverte Piero Limbardi, consigliere dell'associazione.
I PREPARATIVI All'Arena il sole picchia forte. I volontari dell'associazione non si risparmiano per preparare i tavoli e i percorsi che questa sera saranno attraversati dalle lunghe file dei buongustai che come ogni anno si danno appuntamento per assaporare lissas e spareddas, la frittura fumante di gamberetti, calamari e pescetti di paranza.
LE DONNE «È, la festa del borgo, uno straordinario momento di partecipazione. Noi come donne dell'associazione “Sant'Elia Vive” - spiega la presidentessa Rita De Agostini - ci battiamo da tempo per la nostra comunità, per un suo vero sviluppo. Tanto è stato fatto, ma è ancora poco, qui non c'è un parco-giochi per i bambini, la nuova piazza del Lazzaretto non ha ancora servizi e attendiamo il completamento della passeggiata a mare e del porticciolo dei nostri pescatori. A settembre incontreremo la Giunta Zedda per chiedere notizie sullo stato dei lavori, sul perché il parco annunciato non è ancora stato realizzato. La sagra è una bellissima opportunità di aggregazione, dovrà ridiventarlo anche la festa patronale che stiamo tentando con fatica di rilanciare. Confidiamo nel nuovo parroco che arriverà tra breve».
Così Piero Limbardi: «Sant'Elia non deve più essere per i cagliaritani la borgata della domenica mattina, ma un posto dove tutti possono, devono venire. Perché qui saranno sempre ben accolti».
IL RICHIAMO Intanto a Giorgino, a una settimana di distanza dalla sagra, si scaldano i motori. Anche nel Villaggio pescatori è storia di volontari, di gente di mare che da trentuno anni chiama a raccolta Cagliari e l'hinterland (ma anche tanti turisti) per offrire pesci alla brace, insalata di polpo e burrida. A guidare la festa l'infaticabile Carlo Floris, storico organizzatore della sagra ma anche delle altre ricorrenze che animano questo piccolo bordo che il porto canale, la nuova statale 195 e il ponte sullo stagno hanno allontanato paurosamente dalla città. Per questo più volte i residenti hanno chiesto al Comune interventi decisi di manutenzione straordinaria su quel ponte e in particolare sulle piste pedonali fortemente danneggiate dal tempo che rendono la vita difficile a chi, dal villaggio, si sposta a piedi per raggiungere Cagliari.
Andrea Piras