Costituito un comitato di quartiere. La prima istanza riguarda i parcheggi soppressi
La piazza sta per riaprire (a fine mese, ha detto l'assessore ai Lavori pubblici Gianni Chessa: giusto il tempo di installare punti luce e panchine) ma loro non sono affatto contenti. Loro sono i residenti di piazza Gramsci, e i loro nomi, autografi, si trovano in calce a un documento che annuncia la costituzione di un comitato di quartiere «contro lo scempio di piazza Gramsci, la pesante diminuzione dei parcheggi, l'inutile pista ciclabile, la riduzione della carreggiata di via Sonnino che frena la circolazione automobilistica creando notevolissimo inquinamento».
COL PASSEGGINO Le firme, da un paio di giorni, si raccolgono all'edicola che si trova ai margini della piazza. Al di là degli obiettivi, il comitato intercetta i malumori più vari. C'è chi avrebbe voluto una riapertura più rapida. Valentina Senis, per esempio, giovane mamma che spinge una carrozzina con dentro un bimbo di pochi mesi: «Pochi giorni prima del voto per le amministrative, gli operai erano sempre qua. Dopo non si è più visto nessuno. Speravo nell'apertura per l'estate, per venirci con i bambini, invece niente».
DIETRO LE RECINZIONI La piazza è recintata e l'ombra, desiderabilissima quando il sole picchia sulla città, irraggiungibile. Oltre le barriere di metallo, sotto le chiome foltissime dei ficus alti fino ai quarti piani, le aiuole sono invase di fogliame e il granito dei frutti (piccole palline scure). C'è anche, oltre le recinzioni, una bottiglia di birra vuota: «È lì da mesi», si indigna Anna Paola Lai. «Gli operai vengono ogni giorno per innaffiare con le pompe le aiuole: mai che a uno sia venuta voglia di raccoglierla, quella bottiglia, e gettarla nel cestino». Anna Paola Lai è la titolare dell'edicola, e i lavori li ha tenuti d'occhio: «Sedici mesi di cantiere, due o tre al massimo di lavori effettivi. Una lentezza estenuante. E ancora si aspettano panchine e lampioni, manco arrivassero a nuoto dall'Australia. Aprire a fine mese mi sembra difficile».
PROBLEMA AUTO L'idea del comitato è di Giorgio Camba, 76 anni, pensionato: «Sono legatissimo a questa piazza. Ci sono nato: qui ho imparato ad andare in bicicletta», sorride. Sottobraccio ha una cartella portadocumenti. Dentro, petizioni e ritagli di giornale che raccontano un'altra battaglia: quella per ottenere, anni fa, i pass residenti per parcheggiare negli stalli delimitati dalle strisce blu. Stalli che ora non esistono più: «La strada dove prima parcheggiavamo è stata fatta sparire», dice indicando la pavimentazione di granito che arriva a ridosso delle case. «Altri parcheggi sono spariti da via Iglesias e, a suo tempo, da via Sonnino per fare posto alla pista ciclabile. La piazza è stata ripensata senza tenere conto delle esigenze di chi ci vive. Io e mia moglie siamo abbonati ai mezzi pubblici, ma per alcune esigenze l'auto serve: per esempio per portare a casa la spesa. Ora non si sa più come fare. Ci dicano dove possiamo lasciare le macchine. Anche i commercianti, in buona parte, sono scontenti».
OMBRA E BUIO Altre lamentele riguardano la presenza di alcuni gradini che dividono la piazza su due livelli diversi e la tipologia degli alberi: «Perché non puntare su specie che d'inverno perdano le foglie?», domanda Camba. «L'ombra d'estate va benissimo, ma d'inverno la mancanza di luce è un problema». Temi su cui il comitato chiede un confronto con l'amministrazione.
Marco Noce