Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le ferite del Terramaini Off limits lo spicchio di parco distrutto dal fuoco

Fonte: L'Unione Sarda
26 agosto 2016

Viaggio nel “girone dell'inferno”, attesa per il nuovo ponte sul lago 


Per raggiungere l' inferno bisogna scavalcare una piccola rete sistemata sul vialetto dai vigili del fuoco il giorno dopo l'incendio. Il cancello dell'ingresso principale di Terramaini è chiuso a più mandate e un foglio candido, poco sotto la targa del parco annerita dalle fiamme, indica che resterà così fino alla completa bonifica. Per accedere all'oasi bisogna servirsi delle altre porte di via Vesalio o Monserrato.
IL TEMPO Ventitré giorni dopo il grande rogo divampato il pomeriggio del 2 agosto in un terreno incolto davanti ai parcheggi del centro commerciale Auchan Marconi e capace di cancellare una fetta del parco, l'odore della legna bruciata e della cenere avvolge ancora la zona attraversata dal fuoco. Area off limits, incorniciata dagli scheletri degli oleandri, dei pini, della vegetazione spogliata delle fronde, dei fiori. Domina il nero, in quest'angolo del Terramaini. Un manto monotono di terra e cenere che solo a tratti si colora del verde dei germogli che si fanno strada per ridar vita al giardino distrutto. Impraticabile. Offeso da una mano assassina che quel pomeriggio ha acceso un fiammifero dove non doveva, dove non poteva, tra l'asfalto dei parcheggi e l'erba secca che ricopriva un terreno privato dove sarebbero dovute spuntare nuove case, duecento abitazioni da vendere in housing sociale , ovvero a prezzi contenuti dalla Maspa srl di Cagliari. Un progetto poi bloccato dopo la richiesta di un consistente aumento delle cubature.
Così quell'area è rimasta “terra di nessuno”, almeno dal punto di vista della manutenzione, tra l'altro obbligatoria come imposto dall'ordinanza firmata dal sindaco Massimo Zedda all'inizio dell'estate e dalle disposizioni regionali sull'antincendio.
I COMMENTI «Che vuole che le dica, così è stato e così resterà». Gli piaceva parecchio il ponte di legno, a Giovanni Sanna. Pensionato, «formidabile lettore di giornali», come lui stesso ammette tenendo stretto in mano L'Unione Sarda e La Repubblica, vorrebbe rivederlo in funzione, per poterlo calpestare, attraversare il bacino artificiale abbandonato dalla piccola “colonia” di fenicotteri. Dovrà attendere ancora, Sanna, perché una nuova passerella sostituisca quelle traverse sul laghetto spezzate dal fuoco e ormai inutili, ancora lì a testimoniare lo scempio dei quel terribile giorno d'agosto.
I FONDI Trecentomila euro, a tanto ammontano i danni provocati dall'incendiario. Le spese maggiori serviranno per il nuovo ponte, sostituire le panchine distrutte dal fuoco, mettere a dimora altre piante. Il verde sta rispuntando pian piano dalla cenere e con le piogge d'autunno anche questa parte di parco ferita riprenderà a vivere.
LA PORTA Oltre il secondo ingresso di via Vesalio il Terramaini sembra quello di sempre. Anziani che riposano al fresco degli alberi seduti sulle panchine, bimbi che scorrazzano sui prati, mamme con i passeggini. È questo il vero parco, l'oasi meravigliosa piazzata in testa alla classifica delle aree verdi più belle e organizzate della città dai cagliaritani. Così dovrà essere di nuovo la parte offesa del parco quando la bonifica annunciata dal Comune sarà conclusa e la passerella di legno potrà ospitare i frequentatori. E chissà, magari torneranno anche i fenicotteri, a Terramaini, i trampolieri rossi che aveva scelto il lago come alternativa a Santa Gilla, a Molentargius. L'impiegato Alessandro Salis ci spera: «Il Comune pensi al ponte, sarà la natura a riprendersi i suoi spazi». È così, gli steli giovani che spuntano dall'inferno lo stanno già dimostrando.
Andrea Piras