Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I detenuti a 4 zampe Dal malato abbandonato al vecchio mai adottato

Fonte: L'Unione Sarda
16 agosto 2016

pitati nel canile comunale di via Po 


Uno è detenuto per essere un flamingo killer , l'assassino di un fenicottero. Un altro perché è un morsicatore seriale: la sua cella può essere pulita solo con la pompa perché aggredisce chiunque. In fondo, usando la logica umana, c'è una ragione per tenere prigionieri questi due cani, ospitati nel canile comunale. Loro sono, in qualche modo, “colpevoli”. Ma che colpa hanno gli altri 150 animali che vivono nella struttura di via Po? Essere nati nel luogo e nel momento sbagliato, aver avuto padroni insensibili, aver sempre vissuto per strada.
LA STRUTTURA Se non altro, i cani ospitati in via Po hanno una (piccola) fortuna: la loro detenzione avviene in un ambiente confortevole. Le gabbie, dove ci sono tre animali al massimo, sono ampie, il personale, dalla veterinaria comunale Giovanna Coppa agli operatori, sono amanti dei cani. E, per di più, c'è anche una mini clinica e uno spazio dove sgambettare. Ma loro, questi cani, farebbero qualunque cosa pur di lasciare la “prigione”: sono le 13, il sentiero che porta verso i loro alloggi è silenzioso. Poi, quando viene percepito l'arrivo di umani, tutti (o quasi) cominciano ad abbaiare. Le loro code si muovono verticosamente, basta avvicinare un mano alle sbarre per ricevere una leccata. «Chissà che questo non possa essere il mio nuovo compagno», sembrano quasi voler dire. Fanno davvero di tutto per conquistarsi un futuro: uno, soprannominato dagli operatori Tarzan, ha imparato a scalare le grate della gabbia, un altro fa salti che sembrano quasi numeri da circo. È un'impresa resistere alla tentazione di adottarne uno.
I NUMERI La speranza di questi cani non è del tutto infondata: animali che entrano, animali che escono, il registro del canile sembra quasi quello di un albergo. «Dal 1° gennaio», spiega Coppa, «sono entrati 132 cani e ci sono state 95 adozioni. In questo momento, ci sono 153 ospiti». Ma i numeri sono meno preoccupanti di quanto sembra a prima vista. «Tra gli ingressi vengono registrati anche i cani smarriti che vengono, poi, ripresi dai padroni». A trovare casa sono soprattutto i cuccioli. «E qui non mancano di certo: gli ultimi arrivi sono quattro cagnolini abbandonati a Pirri». Meno facile è sistemare gli adulti. «Vengono presi da persone di una certa età che vogliono adottare un cane ma non hanno il tempo e la forza per addestrarlo». Prima o poi, gli animali riescono ad andare via dal canile. Non tutti: il “decano” è un cane che ha superato i vent'anni ed è lì da quasi 15. Altri non potranno mai uscire perché sono pericolosi.
LE ADOZIONI La dolcezza di tanti di questi cani fa da contraltare alla crudeltà di certi uomini. «Questo», dice Coppa indicando un meticcio di setter, «è stato abbandonato perché aveva sviluppato un tumore. Glielo abbiamo rimosso e ora è guarito». Altri sono stati abbandonati per strada. «Se non altro, vengono lasciati in luoghi in cui qualcuno li vede e la loro presenza può essere segnalata». Ma non ci sono solo uomini senza cuore. «Non finiremo mai di ringraziare chi fa l'adozione a distanza, non potendo tenere un cane in casa: queste persone prendono l'animale quando possono e poi lo riportano qui». Qual è la spesa? «Quindici euro che servono per pagare la copertura assicurativa». E poi ci sono le balie. «Splendide persone che si occupano dell'allattamento delle cucciolate. Certo, il Comune fornisce gratuitamente il latte. Ma loro devono preoccuparsi di alimentare i cuccioli ogni due ore, anche nel cuore della notte».
Marcello Cocco