Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il grande groviglio

Fonte: L'Unione Sarda
1 agosto 2016

IMMOBILI COMUNALI. Affitti irrisori, aste deserte e occupazioni abusive

 

 

Adeguamento dei prezzi: gli inquilini dicono no 

 


Gli affitti riscossi dal Comune erano e restano irrisori, le aste per vendere gli edifici superflui non hanno funzionato (tra mancate offerte e cavilli burocratici), le occupazioni abusive bloccano progetti milionari. E spuntano anche concessioni fantasma, con intere strutture comunali gestite da privati che, per anni, non hanno mai versato un centesimo. È il grande groviglio del patrimonio immobiliare del Comune. Una sfida per la seconda stagione di Massimo Zedda sindaco. Un dramma per le casse pubbliche, che hanno sofferto una malagestione pluridecennale. È certo, finora, che sono state tagliate le spese per le locazioni passive.
PREZZI Lo scandalo è di vecchia data: il Comune dà in affitto immobili a prezzi irrisori. Il tentativo di mettere una pezza è recente: l'assessorato al Patrimonio ha inviato agli inquilini - anche attività commerciali - una serie di lettere per proporre l'adeguamento dei canoni, al rialzo. Ed ecco il braccio di ferro, ancora in atto: tanti hanno risposto e non accettano. Valzer di dirigenti e riorganizzazione del servizio non hanno ancora permesso di adottare le contromosse. Le cifre però sono già chiare. Basta guardare le schede, riferite al 2015. Un appartamento in via Santa Margherita (centralissimo) ha fruttato 522 euro. Per un altro, nel Corso, 773 euro. Appena 50 in meno sono arrivati da via Cavour (alla Marina). Da via Manno solo 534. Appena 239 da via Vittorio Veneto, 449 da via Mazzini. Case in palazzotti anche malmessi, ma nel cuore della città. Come quella in via Manno 22, che nel 2015 ha fruttato solo 534 euro. Nella stessa strada di proprietà del Comune anche molti spazi concessi ad attività commerciali: una caffetteria ha versato solo 11 mila euro, al civico 8 (85 metri quadri) hanno sborsato appena 1.100 euro, al 6 invece 7.250. Spazi deposito in via Università hanno fruttato poche centinaia di euro. Fuori dal centro storico la musica non cambia. Locale commerciale in via Is Mirrionis, civico 104: il Comune nel 2015 ha incassato 2656 euro, la metà dello spazio accanto, per il quale sono stati versati 5188 euro.
LA CONFUSIONE Entrate basse e, comunque, non certe. «Per i conduttori in regola con i pagamenti», si legge in una nota dell'assessorato, «quanto indicato corrisponde a 10 o 11 mensilità (o anche all'intero anno, considerato che i pagamenti sono anticipati), per altri il dato corrisponde a un numero inferiore di mensilità o, addirittura, a pagamenti per annualità precedenti».
I MISTERI La lista dei canoni percepiti conta 582 immobili, compresi gli alloggi Erp. Ma le proprietà comunali sono più di 10 mila (valore di oltre 760 milioni). E qui c'è un altro problema: molte sono distribuite tra i vari assessorati e al Patrimonio non sanno chi le usa e quanto paga. Come successo per l'ex scuola media Alagon, in via Abruzzi, in capo alle Politiche sociali: ceduta nel 2010 a due istituti privati (Galilei e Igis), non ha mai fruttato un soldo: non esisteva nemmeno un contratto di locazione. È arrivato lo sfratto solo il mese scorso, con un contenzioso certo. Evitato, sembra, con l'associazione Alfabeto del Mondo che ha usato per anni un palazzotto in via Eleonora D'Arborea: nessuno sapeva chi avesse dato le chiavi. Ora lo stabile è vuoto. In Municipio ammettono il problema gestionale. Nei file del Patrimonio dicono che «dovrebbero confluire tutti i canoni incassati, ad esempio quelli per la concessione di strutture sportive: bisognerebbe verificare che tutti i servizi siano stati invitati a fornire un report per i canoni di competenza di ciascuno».
Enrico Fresu