Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Delogu sapeva ascoltare tutti»

Fonte: L'Unione Sarda
29 luglio 2016

CAGLIARI. Basilica di Bonaria gremita per i funerali del penalista e politico del centrodestra

 

Toccante omelia di monsignor Utzeri e il ricordo dell'ex rettore 

 

Un cero acceso, le rose. Tante rose bianche quante possono ornare le corone floreali destinate ai defunti. Più che coprire, sembrano abbracciare la bara dove riposa Mariano Delogu. La solennità funebre che rende struggente l'estremo saluto all'ex sindaco di Cagliari, amato non soltanto nel mondo della politica (che ha attraversato per vent'anni da primo cittadino, senatore di An e poi coordinatore del Popolo delle Libertà) ma anche nel mondo sportivo (è stato presidente del Cagliari, poi dirigente della Figc e giudice Uefa) e nel mondo forense (avvocato penalista per sessant'anni) non sta però nel catafalco della basilica di Bonaria ma nell'animo dei presenti.
IL DOLORE Gli sguardi raccontano. Il composto dolore dei familiari - dalla moglie Lia ai figli seduti nella prima fila davanti all'altare - il ricordo che i tanti presenti hanno dell'ex senatore: l'ironia e la fermezza, il rigore morale e la forza persuasiva delle sue argomentazioni, pronunciate in un'aula di Tribunale, in Consiglio comunale, a Palazzo Chigi.
GLI AMICI Per l'addio all'ex sindaco sono venuti gli amici di sempre (tra questi l'ex rettore Pasquale Mistretta e il direttore editoriale de L'Unione Sarda Gianni Filippini), uomini politici - dal sindaco Massimo Zedda al suo predecessore a palazzo Bacaredda Emilio Floris, poi l'ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, l'ex presidente della Regione Ugo Cappellacci, il deputato Pierpaolo Vargiu, l'ex senatore Piergiorgio Massidda, il leader dei Riformatori Sardi Michele Cossa, gli assessori comunali Paolo Frau, Claudia Medda, Marzia Cilloccu - avvocati e magistrati (tra i presenti l'ex procuratore Mauro Mura), sportivi (Dessena e l'ex capitano rossoblù Conti) e atleti (la squadra Primavera del Cagliari).
L'OMELIA A officiare il rito funebre monsignor Ottavio Utzeri, parroco di Sant'Anna e padre spituale di Mariano Delogu. Tra i diaconi padre Salvatore Morittu. Monsignor Utzeri ha citato due volte il salmo 23 del Vangelo. Nell'omelia anche un richiamo all' Octogesima Adveniens di Paolo VI: « La politica è una maniera esigente di vivere l'impegno cristiano al servizio degli altri ». Certamente, ha scandito il prelato, «Mariano aveva un'idea della politica strettamente connessa a questo desiderio di servizio». Il sacerdote conosceva bene Delogu: «Il suo approccio alla vita l'ha sempre visto schierarsi in modo netto e concreto al servizio della comunità. Era un uomo di parte, non neutrale, ma la sua capacità di servizio era innanzitutto legata alla sua capacità di ascoltare amici ed avversari, uomini e donne di grande spessore culturale e persone semplici». Nelle parole di monsignor Utzeri il profilo etico dell'amico: «Mai ha anteposto il proprio interesse o quello della sua parte, al bene comune di una città che amava e della quale era ricambiato». Non solo Delogu politico. «Anche le altre molteplici esperienze lo hanno visto emergere quale uomo integro di alti valori morali, non moralista, ma certamente capace di riconoscere le priorità fondamentali nel servizio del bene delle persone. La passione politica non ha mai travolto la sua vita che era quella di un uomo di diritto e di giustizia ma prima di tutto marito, padre e nonno».
MISTRETTA L'ex rettore Pasquale Mistretta ha voluto ricordare l'amico di una vita rievocando alcuni episodi non noti alle cronache (anche una visita a Roma per assistere a un concerto di Maria Callas) e sottolineando una delle qualità dell'ex senatore: «Era capace di cogliere la bellezza insita nei colori, nei paesaggi e nell'ambiente grazie a un'eccellente capacità di sintesi. Sono certo che, se avesse voluto, avrebbe potuto fare bene anche l'architetto». Delogu decisionista in tre momenti importanti ricordati dall'ex rettore: «L'apertura del parco di San Michele, l'abbattimento della barriera che separava via Roma dal porto, l'apertura dell'Asse mediano». L'ultimo saluto è di monsignor Utzeri: «Con Giobbe credo che oggi Mariano possa dire a Gesù: “Io ti conoscevo per sentito dire ma oggi i miei occhi contemplano il tuo volto”».
Pietro Picciau

 

Tra i presenti anche Casini, Floris, Porceddu e il presidente Giulini

Gli amici: perso un punto di riferimento»

«Un grande amico, una persona perbene». L'ex presidente della Camera Pierferdinando Casini è tra i primi a lasciare la chiesa. «Credo che il ricordo della città e le cose che sono state dette oggi siano una grande soddisfazione. Per Mariano, che le ascolta da lassù, e per noi che le abbiamo condivise», osserva. Poco prima delle 17, la bara di noce chiara coperta da un manto di rose sfila tra le bancate affollate. Fuori si alternano ricordi, aneddoti e commozione. «Una mattina, cinque o sei giorni dopo le elezioni, ricevetti una chiamata di Mariano», racconta l'avvocato Carlo Porceddu, amico di una vita. «Ero in tribunale, mi disse di raggiungerlo dopo l'udienza. Quando mi presentai da lui mi chiese un consiglio sugli assessori da nominare. Restai stupito, gli domandai perché chiedesse proprio a me. Fu in quell'istante che scoprii di essere il nuovo vicesindaco. Morale: in un'ora e mezzo la Giunta era composta».
Elezione figlia di una candidatura nata quasi per caso. «Era una mattina del 1994, pochi mesi prima delle Comunali», precisa l'ex parlamentare e collega di toga Gianfranco Anedda. «Io e Mariano stavamo uscendo dal Palazzo di giustizia quando improvvisamente mi disse che gli sarebbe piaciuto fare l'assesore allo Sport. “Perché non il sindaco?”, dissi io. Rimase in silenzio per qualche secondo, non sconcertato, ma stupito. Mi confidò di non credere di saperlo fare, insistetti e alla fine venne eletto», dice con orgoglio. «Ho perso un amico, Cagliari un grande sindaco che ha saputo realizzare opere importanti e ha insegnato, forse senza lasciare eredi, come devono essere i rapporti con tutte le persone. Amiche e nemiche».
Sulla scalinata di Bonaria ci sono tanti politici, anche il senatore ed ex sindaco Emilio Floris: «Mi manca un amico, questo è ciò che sento dal punto di vista personale. La nostra comunità viene privata di un grande riferimento». Il deputato Bruno Murgia si commuove: «Troppe cose finiscono purtroppo, come questa bella vita di Mariano. Resta la sua famiglia, con un'eredità straordinaria. E a noi il privilegio e l'onore di averlo conosciuto». Formazione di rispetto per dare l'ultimo saluto a Delogu: il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, il vicepresidente Stefano Filucchi, e una rappresentanza del settore giovanile in divisa, guidata da Daniele Conti. Oltre a qualche ex gloria rossoblù Tomasini, Reginato, Copparoni, Poli, e l'ex bomber Gigi Piras: «Mariano era apparentemente burbero, ma in realtà aveva un cuore grande. Ricordo che ai miei tempi i contratti si rinnovavano annualmente. Nei cinque anni che l'ho avuto come presidente mi ha ripetuto sempre la stessa frase: “Gigi, ti ho dovuto tenere perché non ti vuole nessuno”. Era il suo modo per farmi stare con i piedi per terra», dice sorridendo. «Grande uomo, avvocato e politico di spessore e presidente indimenticabile: ha saputo tenerci uniti e riportare la squadra in serie A. Una persona a cui faceva piacere stringere la mano».
Sara Marci