Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Movida, alcol e caos La birra scorre a fiumi in piazza Santo Sepolcro

Fonte: L'Unione Sarda
18 luglio 2016

MARINA. Chiasso fino all'alba, la rabbia di residenti e commercianti 

«I barbari vanno fermati». L'orda, per dirla con i residenti e i commercianti della Marina, ancora di più con chi abita e lavora a due passi da piazza Santo Sepolcro, sono i ragazzi che armati di chitarre, bonghetti e «un'immensa dose di maleducazione» si dilettano a tener svegli, fino alle quattro, cinque del mattino, chi abita nel quartiere. «Giovani, non delinquenti, ma capaci con la troppa birra in corpo di mandare alla malora la buona educazione».
A far decollare l'allegria, nella cricca che da tempo occupa le scalette della chiesa, c'è di mezzo l'alcol.
LA PULIZIA L'addetto alle pulizie del Comune, pochi minuti dopo le dieci, faticava a mettere fine allo sconcio. «Che dire, le bottiglie le abbiamo ammassate e ora le porteremo via», racconta. «Ma è così ogni giorno, la vendita illegale di alcol dopo l'ordinanza del sindaco che impone lo stop alla vendita a orari decenti non viene rispettata. I controlli latitano. Nel largo fanno corse in macchina completamente ubriachi e prima o poi...».
PROTESTA DIFFUSA Il leitmotiv della Marina è questo, e rimbalza di casa in casa, di negozio in negozio. Rita Murtas ha l'erboristeria in via Dettori tanta rabbia difficile da curare con i suoi prodotti. «Prima abitavo in quel palazzo di vico Manno, l'androne era utilizzato da questi signori per i loro bisogni. Lo è ancora. Questa piazza non ha regole: fanno quel che vogliono fino all'alba. Si raccolgono le bottiglie ma la pulizia lascia a desiderare. Ci stiamo quotando per acquistare un'idropulitrice. La ricetta ci sarebbe eccome per risolvere questa emergenza. Sanzioni davvero salate e l'obbligo di pulire ciò che sporcano».
PESSIMISTI Abbassa le braccia e annuncia la resa, invece, il titolare della “Bottega dello Studente”, Francesco Mancosu: «Che vuole che le dica, tanto non serve a nulla. Lei ha visto controlli? Io no, se non qualche rara notte. Se i centralini delle forze dell'ordine vengono tempestati di telefonate ci sarà pure una ragione, o siamo diventati tutti pazzi?».
I COMITATI E intanto, dopo le battaglie di questi anni messe in campo dal Comitato “Rumore no Grazie”, 250 iscritti tra i residenti della Marina, davanti ad un notaio ne sta nascendo uno nuovo: il “Marina sostenibile”, che sancirà un patto di collaborazione tra abitanti e commercianti. «Quelli in regola, naturalmente, che rispettano le norme e in primo luogo applicano l'ordinanza sindacale che impone di non consumare alcolici all'aperto». Sta di fatto che anche da queste parti vige il detto: “fatta la legge trovato l'inganno”. Che poi tradotto - lo dicono gli stessi negozianti - vuol dire supermercati e piccole botteghe che in barba ai divieti continuano a vendere birra ai giovani che si guardano bene dal frequentare i locali. Tasso alcolico alle stelle e via agli schiamazzi fino a notte fonda.
È RIVOLTA Enrico Marras è il leader di Rumore no Grazie: «Ci accusano - dice - di essere dei talebani, siano solo persone che abitano alla Marina e pretendono di riposare la notte in un quartiere che è stato privato della sua identità nel nome di una vivacità e di un rilancio economico che invece non esistono. Ci sono abitanti che si sono arresi e sono andati a vivere altrove». Spiega Gregorio Tocco, negozio d'abbigliamento in piazza Savoia: «L'ordinanza sindacale era servita, in parte è stata rispettata, poi oggi è di nuovo il caos». Per Valentina Fontana e Alessandro Denti, marito e moglie, proprietari del Moon Shine bar, «la presenza di giovani ubriachi sta distruggendo l'immagine di un quartiere e il lavoro di chi le regole le rispetta eccome. A volte a tarda sera si siedono nei nostri tavolini e cerchiamo di allontanarli garbatamente ricordando che è tempo di chiudere. Ti guardano e restano al loro posto, ubriachi fradici».
Andrea Piras