Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La Corte europea all'Italia: «Spiagge da mettere all'asta»

Fonte: L'Unione Sarda
15 luglio 2016

No alla proroga delle concessioni sui litorali demaniali: l'allarme delle imprese

 

 

Ci ha scritto «asta» sulla sabbia, la Corte europea di giustizia del Lussemburgo: per dire all'Italia che la proroga delle concessioni degli spazi demaniali in spiagge e laghi, concessa fino a tutto il 2020 a chi già le possiede, non sono regolari. Il problema è che quelle proroghe violano la direttiva Bolkestein sulla libera concorrenza, quindi quelle aree devono essere riassegnate attraverso un'asta pubblica. Il ceffone che i giudici europei (ai quali si erano rivolti due concessionari, uno dei quali a Loiri Porto San Paolo) hanno dato al nostro Paese, parrebbe mettere a rischio trentamila imprese in tutto il territorio nazionale, delle quali 900 nell'Isola con 4.500 addetti stabili, 1.500 fissi e tremila stagionali.
La spunta dunque la Commissione europea, cui la proroga automatica e generalizzata delle concessioni per stabilimenti balneari non era andata giù, «perché impedisce una selezione imparziale e trasparente dei candidati», con la relativa pubblicità che è richiesta per bandi di questo genere.
Letta così, la sentenza della Corte europea suona come un epitaffio: concessionari tutti a casa e si fa la gara per riassegnare le concessioni demaniali rispettando le norme, compresa quella che apre la partecipazione a tutte le aziende europee. Se così fosse, il primo ad agitarsi sarebbe il numero uno della Confcommercio del Sud Sardegna, Alberto Bertolotti: non solo perché è vice presidente nazionale (oltre che presidente regionale) del Sindacato italiano balneari, ma anche perché - di stabilimenti balneari in area demaniale - ne ha due a Chia, precisamente a Su Giudeu. «Tutti mi chiedono che cosa stia per succedere e la risposta è semplice: assolutamente nulla, almeno per ora». Già, perché sancito il principio, la sentenza crea immediatamente l'eccezione e quell'eccezione si chiama Italia: «Dopo aver stabilito che, per le concessioni in aree demaniali, è sempre necessaria l'assegnazione attraveso un'asta pubblica», analizza Bertolotti, «i giudici del Lussemburgo aggiungono che spetta al giudice nazionale verificare se le concessioni italiane debbano essere oggetto di un numero limitato di autorizzazioni a causa della scarsità di risorse naturali. Ci sta cioè dicendo», precisa, «che dobbiamo aprire il mercato, ampliarlo, dando in concessione altre aree. Dunque, si prefigura un doppio binario: asta per le nuove, proroga per un periodo transitorio adeguato per quelle già esistenti».
Servono norme nuove e precise: il ministro Costa si è impegnato a prepararle entro la prossima settimana. Mentre Federalberghi chiede al Governo di tutelare le aziende degli operatori, il presidente del Sib spiega che «il periodo transitorio adeguato è necessario per l'ammortamento delle spese affrontate dagli operatori balneari, per valorizzare le professionalità che hanno formato e per riconoscere il valore commerciale delle aziende». Ma se ne riparlerà. Per il momento, tutti al mare.
Luigi Almiento