Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Santa Gilla moribondo, fra i pescatori è rivolta

Fonte: La Nuova Sardegna
21 aprile 2009

MARTEDÌ, 21 APRILE 2009

Pagina 1 - Cagliari

In viale Trento la manifestazione dei soci del Consorzio concessionario della laguna



Casupole di eternit sulle sponde, liquami in acqua, campo libero agli abusivi: «Basta»



Rilanciate le idee per trasformare lo stagno in industria

CAGLIARI. Santa Gilla terra di nessuno, in barba alle concessioni, agli impegni e alla necessità di rendere produttiva una laguna un tempo nota nel Tirreno per la sua pescosità. Stamani sotto le finestre del palazzo della giunta regionale in viale Trento si radunano i soci del Consorzio ittico Santa Gilla per la prima protesta pubblica dopo quasi dieci anni di concessione durante i quali poco, nella vita della laguna, sembra cambiato. In un documento che rielenca i problemi dello stagno e spiega in quale direzione si dovrebbe andare per risolverli, il Consorzio chiarisce di aver investito «ingenti risorse per la regolarizzazione dei pescatori, per il ripristino delle attività di pesca, per la raccolta e la commercializzazione dei prodotti della laguna». Spiega di aver «riattivato il centro di spedizione». E annuncia inoltre che entro la fine del 2009 sarà operativo il centro di depurazione, lo stabulario, con lo scopo di prendere in carico i frutti di mare di altre zone umide della Sardegna.
Nelle intenzioni dei pescatori lo stabilimento dovrà diventare punto di riferimento per i produttori «gestendo in maniera unitaria la commercializzazione dei molluschi eduli». Nel quadro sulle condizioni dello stagno spicca il fallimento di ogni azione di controllo: la laguna è frequentata da pescatori senza licenza, letteralmente abitata da persone senza titolo per tenere in piedi baracche di eternit e con gli scarichi igienici non collegati a una rete di raccolta.
«In questi ultimi tempi - è scritto nel comunicato - c’è una recrudescenza della pesca abusiva, un numero crescente di persone non autorizzate si sta riversando in laguna effettuando la pesca di pesci e molluschi, molte di queste persone (è la solita storia) posseggono un lavoro statale o sono doppiolavoristi ma, quotidianamente, sottraggono la risorsa a pescatori di mestiere».
Poi c’è la cattiva gestione della bonifica dello stagno costata settanta miliardi di vecchie lire negli anni Ottanta. Un investimento con pochi risultati se è vero quel che denunciano ancora i pescatori regolari di Santa Gilla e cioè che, tuttora, nello stagno finiscono scarichi urbani, dei paesi vicini al capoluogo e, naturalmente, quelli delle aziende. Tutto questo è un’ulteriore botta all’impegno dei pescatori perché Santa Gilla non può vendere i molluschi che mai devono essere commercializzati se nelle acque ci sono «coliformi fecali». Un altro aspetto non abbastanza segnalato ma determinante è il «mancato apporto» di quel che rende una laguna un ambiente pescoso: l’acqua dolce. Un tempo il mix perfetto di mare e fiume formava l’acqua giusta perché pesci e molluschi crescessero in quantità e gusto. Tutto questo non esiste più e c’è una causa, anzi, due: «... la costruzione delle dighe sul rio Mannu e sul Cixerri... la mancata autorizzazione a riversare le acque bianche depurate provenienti dai centri urbani del Basso Campidano (gestione Casic)». Quest’ultima soluzione tecnica secondo i pescatori «potrebbe risolvere definitivamente il problema». Se ne è mai sentito parlare nei convegni e nei progetti sulla laguna? No. Però è il cuore del problema.
Nel documento i pescatori spiegano inoltre che anche in una laguna ci vuole un fermo biologico per far riprodurre le specie; aggiungono anche che ci vogliono nuove peschiere mentre vanno demolite le vecchie strutture «mai rese operative e funzionali». Un progetto, come l’orto delle vongole, visto che appartiene a un «pia», piano integrato d’area, dovrebbe oggi dare grandi risultati e invece è lì che langue.
Segue un elenco di sogni: dal museo della laguna all’agriturismo, dal pescaturismo al birdwatching perché Santa Gilla vale quanto Molentargius per le specie di uccelli protetti che fanno il nido qui. A proposito di paragoni: anche qui ci vorrebbe un presidio fisso della guardia forestale, lo stagno è enorme e non bastano i controlli saltuari, troppo saltuari. (a. s.)