Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La cripta è chiusa da cinque mesi Fu la tomba di sant'Agostino. Dialogo Soprintendenza-Comune

Fonte: L'Unione Sarda
13 luglio 2016

LARGO CARLO FELICE.

Lo scorso gennaio venne giù una parte del solaio. Don Fois: «Riapritela»

 

È l'ultimo pezzo di una chiesa che non esiste più: quella di Sant'Agostino, abbattuta nell'Ottocento. Ne era la cripta. E del Padre della Chiesa, tra il VI e l'VIII secolo dopo Cristo ospitò la tomba, poi acquistata dai Longobardi e trasferita nella più sicura Pavia. A indicarlo ai turisti che sciamano per il largo Carlo Felice sono una targa, una stele in bronzo e una statua di Pinuccio Sciola: peccato però che l'ipogeo sia chiuso da cinque mesi. Lo scorso gennaio, nel pavimento che sta dietro il portone al numero 12, tra il Caffè Svizzero e i Magazzini tessili, si è spalancata una voragine, e il custode, Claudio Gambarelli, ci finì dentro con una gamba.
Da allora la chiusura. Toppo pericoloso calpestare quel solaio sottilissimo sotto il quale, dopo metri di vuoto, c'è la cripta: qui si trova un altare dietro il quale scorre un rivolo d'acqua cui, per secoli, i cagliaritani hanno attribuito virtù miracolose.
IL SACERDOTE Don Vincenzo Fois, rettore della chiesa di Sant'Agostino nuova (si fa per dire: ha quattro secoli e mezzo), sull'altro lato del Largo, scalpita: «Non si fa niente per restituire alla città uno dei reperti fondamentali della sua storia». Il sacerdote ricorda che le spoglie del grande teologo arrivarono in città portate da un gruppo di vescovi e fedeli cristiani in fuga dal nord Africa caduto in mano ai Vandali. Fra loro anche san Fulgenzio, che a Cagliari visse, operò e scrisse, facendo della città uno dei centri di diffusione del monachesimo agostiniano.
LA VENDITA A chi tocca pagare per rimettere in sicurezza la cripta? Al Comune, proprietario del palazzo, del quale fanno parte anche i locali che ospitano il caffè, alcuni negozi e, appunto, la cripta. Questa è l'unica parte a non essere in vendita: tra gli ultimi atti della scorsa consiliatura c'è una deliberazione di giunta del 29 aprile che prevede la messa sul mercato dell'edificio, con una valutazione di 2,7 milioni di euro ma anche con vincoli legati al valore storico.
DIALOGO La Soprintendenza ai beni culturali, in questi mesi, ha avviato un dialogo con il Comune: «Abbiamo anche proposto una compartecipazione ai lavori di messa in sicurezza», spiega l'architetto Stefano Montinari, che segue la vicenda. «Il nostro contributo, vista la mancanza di fondi da parte del ministero, sarebbe tecnico»: insomma, progettazione.
L'ATTESA Con la fine del mandato amministrativo appena concluso e in attesa della formazione di una nuova Giunta da parte del confermato sindaco Massimo Zedda, in Comune l'unico interlocutore è per ora l'architetta Luisa Mulliri. Sulla cui scrivania, però, la cripta è solo una delle tante pratiche ancora aperte. Bisognerà aspettare la nomina di un nuovo assessore.
Marco Noce