Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E la nave (con fatica) va «Tanti i problemi ma gli arrivi sono in aumento»

Fonte: L'Unione Sarda
6 luglio 2016

TURISMO. Viaggio nei porti dove la nautica sembra riprendere fiato

 


«La stagione è appena cominciata: per il momento, si può dire che c'è stato un aumento dei contatti», dice, da Marina di Capitana, Valerio Sbordoni. «Cagliari era considerato un porto commerciale. Adesso viene preso in considerazione anche come porto turistico: è possibile una crescita del 20 per cento», gli fa eco Fabio Sardo che fa parte dello staff amministrativo di Portus Karalis. «Abbiamo cinque posti liberi su 500», conclude Gianni Onorato da Marina Piccola. Se il buongiorno si vede dal mattino, il turismo nautico sembra intenzionato a risollevare la testa. Certo, non tutti sono convinti della crescita. «Ci sta tenendo a galla», puntualizza Massimiliano Montis della Marina del Sale, a Su Siccu, «il fatto che molti francesi, spaventati da quello che sta accadendo nel nord Africa, stanno scegliendo i porti italiani. Nonostante questo, c'è un calo. Non solo qui: dal momento che ci approda a Cagliari passa davanti a noi, la sensazione è che il calo riguardi tutti i porti».
I CAMBIAMENTI Una voce fuori dal coro quella di Montis. Anche se l'ottimismo dei suoi colleghi deve, poi, essere confermato dai fatti. «Come Portus Karalis ci aspettiamo», aggiunge Sardo, «un aumento del venti per cento». In via Roma i diportisti sono soprattutto stanziali. «Ma molti di questi sono stranieri». Forse anche per merito loro, è cambiata la percezione dell'approdo. «In passato, Cagliari veniva bypassata, ora è diventata una meta. Non che i problemi non manchino. «Sono fondamentali i fattori atmosferici. E i tantissimi controlli della Guardia di finanza ai diportisti non favoriscono certo questo settore».
LA CRISI Proprio su questo tema, si sofferma Onorato. «La crisi degli ultimi anni», sostiene, «si è fatta sentire. Chi ha i soldi, giustamente, li mette da parte. E, ormai, chi mette piede su una barca si sente sempre sotto osservazione: sembra quasi che ci sia una sorta di caccia alle streghe». I momenti bui, a sentire il gestore di Marina Piccola, sembrano, comunque, appartenere al passato. «Anche se noi non possiamo, comunque, lamentarci: un posto barca qui è sempre stato molto ambito. Ma è molto importante il fatto che Cagliari diventa sempre più una tappa obbligata».
LE RICETTE Va bene tirare un sospiro di sollievo. Ma meglio rimandare i brindisi: il settore continua a essere in grossa difficoltà. «L'ottanta per cento delle barche è in vendita. Se uno si presenta con ottantamila euro riesce a portare via una barca da cinquecentomila». Ma a Marina Piccola si vive serenamente. «Da noi sono quasi tutti stanziali. E, comunque, cerchiamo di offrire ulteriori servizi ai clienti».
I NUMERI L'ottimismo supera i confini del Comune di Cagliari. «Rispetto al passato», dice Sbordoni che si occupa, oltre che di Marina di Capitana, anche del porto di Perd'e Sali, «abbiamo ricevuto tantissimi contatti via web. C'è da capire se l'interesse si trasformerà in qualcosa di concreto». Perché, sembra incredibile, l'abbandono di Ryanair ha riflessi anche sul turismo nautico. «In passato, potenziali clienti venivano a vedere il porto, approfittando dei voli low cost. Adesso si informano tramite la rete». E perdono, comunque, qualcosa. «Proprio quest'anno, siamo riusciti a riottenere la “bandiera blu”. Chi vede direttamente la situazione è più portato a scegliere questo approdo».
I DUBBI In controtendenza solo la Marina del Sale. «Per carità», conclude Montis, «le barche si vedono ancora. A dirlo sono i numeri, mica io: rispetto a cinque anni fa il calo è del trenta per cento, rispetto a giugno del 2015 abbiamo registrato un meno sei per cento».
Marcello Cocco