Anche i politici nel grande corteo
Quella bandiera arcobaleno sistemata all'ingresso del Teatro lirico parla chiaramente: anche la cultura, quella vera, quella alta, è vicino al mondo lgbt: la battaglia per le libertà, sembra voler dire, è prima di tutto una battaglia culturale. E la cultura, lo spettacolo sono presenti al Sardegna pride. Non mancano, non potrebbe essere altrimenti, gli artisti che da sempre sono coinvolte su questi temi: ben prima che parta la sfilata, ballano insieme alle persone che arrivano in via Sant'Alenixenedda Claudia Aru ed Elena Pau, protagoniste, tra l'altro, dello spot ufficiale del Sardegna pride, realizzato dai Naked Panda (e per Corradino, il protagonista, e la mamma, quella vera, arriva la prima razione di applausi.
Alla spicciolata, arrivano i madrini di questa edizione, i Tazenda. Ma, nel carro principale della sfilata, quello dell'Arc, comincia a circolare una voce: forse arriva Kekko dei Modá. Certo, non a tutti piace la musica di questo gruppo. Ma, in una situazione festosa come questa, tutto fa brodo, tutto è accettato.
E la politica? Sul carro i primi a salire sono i due sindaci, quello di Cagliari Massimo Zedda e quello di Assemini Mario Puddu. «Estendere i diritti non hai mai fatto male a nessuno», afferma Zedda, alla sua prima uscita ufficiale dopo la proclamazione. «A prescindere da quello che è accaduto a Orlando», gli fa eco Puddu, «c'è un disperato bisogno di diritti per la comunità lgbt. Qualcuno ci rimprovera dicendo che ci sono ben altri problemi. Ma i diritti sono il problema più importante». Paolo Frau, assessore uscente all'Urbanistica, spiega che «è dovere di ogni persona civile combattere per i diritti di tutti». E Michele Piras, protagonista in Parlamento delle legge sulle unioni civili, annuncia che «questo risultato non basta».
Tra le migliaia di persone che si apprestano ad attraversare la città tanta gente comune. E anche volti noti. Quello, per esempio, di Paolo Frau, assessore comunale uscente all'Urbanistica. «Partecipo sempre», spiega, «perché è giusto combattere per i diritti di tutti, anche se non ci toccano direttamente. Questo dovrebbe essere il dovere di ogni persona civile».
La politica, ovviamente, non manca. Ma è soprattutto una festa di persone. Persone normali. E anche i volti noti passano quasi inosservati . Questa volta, per esempio, Massimiliano Medda, capocomico dei Lapola, è uno dei tanti: nessuno gli chiede un autografo, neppure un selfie. Per una volta i protagonisti non sono i personaggi famosi. La ribalta è per chi ogni giorno deve lottare per i propri diritti. E le lacrime di Delia Fenu, presidentessa di Agedo Cagliari, l'associazione che riunisce i familiari delle persone lgtb, parlano più mille parole. (mar.co.)