Il serpentone, partito dal Lirico, ha attraversato il centro storico
Il sole picchia ancora forte alle 18: vuoi vedere che, rispetto agli anni scorsi, in tanti hanno deciso di restare al Poetto? In fondo, l'approvazione della legge Cirinnà ha dato le unioni civili (anche) alle coppie omosessuali. L'inquietudine serpeggia all'ora in cui è stato fissato il raduno per il Sardegna pride in viale Sant'Alenixedda, davanti al Teatro lirico. Ci sono mille, forse duemila persone. Poche, davvero poche. Una preoccupazione che dura un istante, giusto il tempo di far partire il colorato serpentone umano. Non c'è spazio per la rituale diatriba questura-organizzatori: quasi certamente ci sono più persone dell'anno scorso, si superano abbondantemente le ottomila persone.
Affluenza record forse prevedibile all'indomani della strage al Pulse, la discoteca gay di Orlando. Ma prevedibile anche per un'altra ragione: la piattaforma del Pride è sempre la stessa, la richiesta di diritti uguali per tutti a prescindere dal proprio orientamento sessuale. Ma c'è spazio anche per altre rivendicazioni. Non è un caso che ad aprire il corteo, per un tratto, sia stato il calesse a pedali in cui si chiede la verità per Regeni, il giovane ricercatore assassinato in Egitto. E non è casuale neanche la presenza, per la prima volta, del carro della Cgil Nuovi diritti.
LA FESTA Dai sette carri che sfilano in corteo partono i decibel che fanno da colonna sonora. Si balla sulle note di Rettore. Il trash, questa volta, viene sdoganato senza che nessuno protesti. E anche allegro trash nel look: ci sono i quattro giovani che si sono colorati le barbe in maniera improbabile, le immancabili drag queen. Eccessi, quelli che infastidiscono qualcuno? Difficile vedere qualcosa che possa realmente disturbare la sensibilità (a meno che qualcuno non apprezzi, giusto per fare un esempio, un labrador che indossa una parrucca).
Ed è una festa di giovani, giovanissimi. Gay, etero, poco conta. Interessa solo il fatto che, chiedendo diritti, ci si vuole divertire. Tanti ragazzi e anche famiglie: quelle arcobaleno e quelle definite, in maniera arcaica, normali: magari in Sardegna non nascono tanti bambini ma a percorrere il lungo tratto da via Sant'Alenixedda a piazza Yenne ci sono anche tante carrozzelle.
I TEMI Una festa. Ma anche l'occasione per riflettere. Curioso vedere il mini carro NoVat (nel senso di Vaticano) a pochi metri dallo striscione Rete evangelica, fede omosessualità . Ci sono le bandiere dei partiti politici e le insegne delle organizzazioni che lottano per i diritti, da Amnesty international ad Emergency, passando per le donne di Se non ora quando e gli attivisti della Lila.
Il percorso è lunghissimo, gli organizzatori avrebbero voluto utilizzare il litorale del Poetto ma, con la nuova pavimentazione, sarebbe stato difficile ottenere i permessi. Comunque il corteo abbraccia tutta la città, i passanti si fermano a osservare, tirano fuori gli immancabili smartphone e immortalano il passaggio di questa colorata carovana. Tante facce curiose, sorridenti, per nulla - apparentemente - infastidite. Nessuno protesta quando, dal carro dell'Arc, partono mini gavettoni con le pistole ad acqua. Una festa per tutti, per il mondo lgbt che chiede diritti con la forza del sorriso. E anche una festa per la città: via Roma completamente occupata dal corteo mentre il carro principale imbocca il Largo è la cartolina del Pride.
Marcello Cocco