PROCURA. Nella truffa anche due dipendenti. I roghi nel campo Rom sulla 554
Nei vecchi computer della Regione, ormai da buttare, avevano fiutato il business. Guadagnare tanto e senza sforzi sarebbe stato molto semplice: prima di tutto era necessario ottenere l'affidamento degli appalti per lo smaltimento dei “rifiuti speciali” della Regione. In seconda battuta, anziché portare pc e monitor al Casic, era sufficiente consegnarli a qualcuno al campo nomadi sulla Statale 554. Dove, per pochi spiccioli, i Rom li avrebbero bruciati e fatti sparire.
INDAGINI CHIUSE Un vero e proprio traffico illecito di rifiuti, stando alla ricostruzione dei pm Guido Pani e Marco Cocco, che nei giorni scorsi hanno chiuso l'inchiesta in cui è sotto accusa la banda capeggiata dal dipendente regionale Pietro Porcu. L'avviso di conclusione indagini è già stato notificato agli indagati, sette in tutto: oltre all'usciere della Regione Pietro Porcu, 54 anni, residente a Capoterra, ci sono Paolo Scanu (66) di Monserrato, Iolao Pistis (53) di Pirri, Luciano Serra (56) di Sant'Andrea Frius, Santino Boi (47) di Villanovatulo, Luciano Marceddu (55) di Sassari, Artur Adamonis (29) cagliaritano di origini bielorusse.
LA BANDA I reati, contestati a vario titolo, non sono da poco: le sette persone sotto inchiesta vengono accusate di aver messo in piedi un'associazione per delinquere dedita allo smaltimento di rifiuti. Ma si parla anche di truffa aggravata, tentata truffa, turbativa d'asta, falso in atti pubblici, peculato e persino detenzione di un fucile semiautomatico in luogo diverso da quello denunciato.
I RUOLI La “mente” del gruppo, stando al capo d'imputazione, era Porcu. Approfittando della propria posizione di usciere negli uffici regionali, e grazie alla complicità di Pistis (funzionario del servizio Provveditorato della Regione addetto all'affidamento di incarichi a ditte esterne, nonché socio di Porcu nella società Bioenergia srl), favoriva la società “Icnoecologica” di Serra (terzo presunto complice), accreditandola anche se non era iscritta all'Albo dei gestori ambientali. Adamonis e Boi invece, dipendenti di Ecoforestal e altre società, si occupavano del trasporto dei rifiuti al campo rom utilizzando documenti falsi. Scanu, carrozziere, metteva a disposizione l'area e i mezzi della sua azienda. A Marceddu, viene invece contestato soltanto di aver contribuito alla redazione di alcuni formulari falsi per coprire gli amici indagati. Porcu e Serra devono inoltre rispondere di essersi procurati diversi timbri falsi: dei Comuni di Cagliari, Portoscuso e Caluso (in provincia di Torino). A indagini chiuse, la richiesta di rinvio a giudizio è più vicina.
Veronica Nedrini