Rassegna Stampa

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si cambia prima di Ferragosto. Valzer di poltrone anche in Sfirs e Arst

Fonte: web sardiniapost.it
24 giugno 2016

Regione, accelerata sul rimpasto in Giunta: si cambia prima di Ferragosto. Valzer di poltrone anche in Sfirs e Arst

Il rimpasto della Giunta regionale si farà prima di Ferragosto: è questo, salvo ripensamenti dell’ultima ora, l’orientamento del centrosinistra. E sono almeno due i motivi che stanno portando la maggioranza a convergere sulla decisione di procedere con la staffetta degli assessori. La prima ragione è che il Pd è ormai vicino alla nomina del segretario: a breve avrà quindi un referente per le trattative politiche, quel leader a tempo – ribattezzato l’Epifani sardo – che dovrà traghettare il partito nel dopo Soru e sino al nuovo congresso. Il secondo motivo è che a luglio, dopo l’approvazione dei bilanci, vanno rinnovate due cariche pesantissime nelle partecipate regionali: il presidente della Sfirs, cioè la spa che è il braccio economico della Regione, e l’amministratore unico dell’Arst, l’azienda del trasporto pubblico. Si tratta di poltrone che valgono quanto un assessorato, ecco perché la scelta di mettere tutto in uno stesso calderone accelerando sui movimenti nell’Esecutivo. Si aggiunga che va nominato pure il direttore generale della Asl unica (Asur): vero che la decisione potrebbe slittare a settembre, ma almeno sulla carta sarà concordata in questo stesso valzer di poltrone.

Le logiche del rimpasto in Giunta stanno aprendo a dinamiche contrapposte. Tutto si lega al fatto che Pd e Sel vogliono aumentare il numero degli assessorati: i dem ne rivendicano cinque anziché quattro perché sono il primo partito della coalizione con percentuali più che doppie rispetto agli avversari. Sel, invece, ha intenzione di chiedere due assessorati rispetto a quell’uno attuale perché nelle Comunali appena chiuse si è consolidata come seconda forza del centrosinistra. Ma siccome non si può l’Esecutivo resta da dodici,  è che chiaro che le due poltrone in più per Pd e Sel a qualcuno andranno prese.

In questo senso, gli spazi di manovra non sono troppi: o restano senza assessorato i partiti più piccoli della coalizione, come RossoMori e Centro Democratico che alle Amministrative non hanno fatto risultato, o qualcosa la deve cedere il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Il quale, a febbraio 2014, scelse tre assessori su dodici. Stando a quanto trapela dalle segreterie dei partiti, il Pd è intenzionato a difendere il governatore, quindi a far perdere la casella ai ‘piccolini’ del centrosinistra. Sel, di contro, vuole ridurre il potere di Pigliaru e salvaguardare quello degli alleati per dare al nuovo Esecutivo un’impronta più politica.

Come sempre succede in questi casi, difficile stabilire ora come andrà a finire: di solito vince la soluzione intermedia. Ecco allora che Pigliaru potrebbe dover rinunciare a una casella su tre. E considerando che Raffaele Paci, il titolare della Programma, è il braccio destro del governatore, quindi non è pensabile un suo siluramento, o Luigi Arru (Sanità) o Donatella Spano (Ambiente) rischiano di finire alla porta, a differenza di quando sembrava nei giorni scorsi.

Pigliaru, tuttavia, potrebbe compensare la mancata decisione su un assessorato, imponendo un proprio nome per la presidenza della Sfirs, dove a luglio scade l’azzurro Antonio Tilocca, nominato nel 2009 dall’ex presidente Ugo Cappellacci. Tilocca è stato uno dei miracolati del centrodestra, cioè uno di quelli che si è salvato dallo spoil system che normalmente si fa in una pubblica amministrazione quando cambia la coalizione di governo. Non solo: fosse stato per Paci e Pigliaru, soddisfatti dal lavoro del commercialista di Forza Italia, sarebbe arrivata la proroga di un altro anno. Ma i partiti di maggioranza si sono opposti.

Quanto agli altri assessori in carica, il quadro non cambia rispetto a qualche giorno fa: il Pd non ha nessuna intenzione di licenziare né il faddiano Cristiano Erriu dall’Urbanistica e dagli Enti locali né il cabrasiano Massimo Deiana dai Trasporti. Idem la quota “Lega coop” del Lavoro, cioè Virginia Mura. Solo i soriani sembrano intenzionati a mettere fuori gioco Gianmario Demuro dalle Riforme e magari potrebbero chiedere il Turismo per Barbara Argiolas, l’uscente nel Comune di Cagliari.

Tra gli intoccabili dell’Esecutivo c’è anche Paolo Maninchedda, titolare dei Lavori pubblici, ma anche fondatore del Partito dei Sardi che alle Comunali si è consolidato come terza forza politica del centrosinistra. E proprio dal Pds stamattina è arrivata una nota a firma del segretario Franciscu Sedda. “Quando si analizza il voto delle amministrative e si parla di rimpasto – scrive , bisogna ripartire dalla sovranità della Sardegna”. Intesa “come responsabilità e autodeterminazione, come capacità di fare da sé e di relazionarsi a testa alta con gli altri. Perché se è vero che tutto può servire per rilanciare un’azione di governo, nulla è utile se non s’individua l’idea che può dar senso al lavoro collettivo, politico, istituzionale, civico”.

Se questo quadro dovesse reggere, alla fine in Giunta cambierà la Sanità o l’Ambiente, insieme a Riforme e Pubblica istruzione, visto che Sel non dovrebbe confermare Claudia Firino alla scuola. Resterà poi da capire cosa faranno i RossoMori, che ora gestiscono l’Agricoltura con Elisabetta Falchi, e quale delega chiederà eventualmente il Centro Democratico, se deciderà di lasciare il Turismo e quindi di mandare a casa Francesco Morandi. Di certo i partiti non potranno rischiare di fare tanto rumore per nulla, dicendo che serve un check nel governo della Regione, ma finendo per rimescolare solo poche caselle. Ma per un altro verso rinunciare a un assessorato significa perdere le tre nomine nell’ufficio di gabinetto. Anche per questo il rimpasto non sarà una passeggiata per nessuno.

Per quel che riguarda l’Arst, l’amministratore unico uscente è Giovanni Caria, nominato dalla precedente Giunta in quota Udc. Anche Caria è un miracolato, rimasto in carica malgrado l’elezione di Pigliaru, ma adesso il tempo è scaduto. Tuttavia al momento non si sa quale forza del centrosinistra possa mettere il cappello sull’azienda del trasporto pubblico. Per una questione di peso elettorale è invece probabile che il direttore dell’Asl unica lo sceglierà il Pd. Ma anche su questo non c’è nulla di definito.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)