Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Costi troppo alti, le navi scappano»

Fonte: L'Unione Sarda
20 aprile 2009

Porto. Ieri un convegno internazionale sulle opportunità di sviluppo dopo la crisi 

La proposta: incassi dell'autorità portuale per infrastrutture

«Da battere la concorrenza di Malta dove non si paga la tassa per l'attracco: parte di quei soldi per abbattere i costi portuali».
La crisi può trasformarsi in un'opportunità di crescita per il porto di Cagliari. A sostenerlo sono gli esperti che, ieri mattina, si sono ritrovati al palazzo dei congressi della Fiera per il meeting internazionale sui trasporti marittimi, organizzato dalla Camera di commercio di Cagliari. Una tesi sulla quale concordano gli esperti internazionali che hanno partecipato all'incontro e, in particolare, Alberto Cappato, dell'Istituto internazionale delle comunicazioni di Genova.
L'OPPORTUNITÀ In tempi di crisi, tutti gli imprenditori cercano di risparmiare il più possibile, di evitare gli sprechi. A favorire Cagliari alcune peculiarità. Il fatto, in primo luogo, di trovarsi davvero al centro del Mediterraneo occidentale, in una zona importante tra le “autostrade del mare”. «Le merci in arrivo dall'Estremo oriente», afferma l'esperto, «possono essere scaricate e trattate per adattarle ai canoni europei e ripartire verso il resto dell'Europa». Una cosa possibile anche per un'altra ragione. «I grandi spazi che circondano il porto: questi spazi possono essere usati per scaricare le merci ma anche per conservarle».
LA TASSA C'è, però, un problema mica da poco. Il porto di Cagliari lavora quasi esclusivamente sul transhipment : le merci che passano da questi parti, cioè, non sono destinate al mercato interno ma ripartono verso altre destinazioni. Occorre, dunque, stimolare il loro arrivo. «Ma dobbiamo fare i conti», interviene Salvatore Plaisant, consigliere della Camera di Commercio di Cagliari, «con la concorrenza di Malta». E, soprattutto, con la legislazione italiana: le navi che arrivano in Italia devono pagare tutte la cosiddetta “tassa di ancoraggio”. «Mentre a Malta questa tassa non esiste». E non si parla, certo, di cifre da poco: a seconda della capacità di carico, ogni singola nave paga tra i 20 e 40 mila euro l'anno per usare i porti italiani. Ma ci sono anche mega imbarcazioni che fanno un solo attracco all'anno e pagano in base alle merci trasportate: in alcuni casi, la tassa arriva a 50, 60 mila euro. «Abbiamo calcolato che, senza tenere conto di Sarroch, ogni anno si incassano dieci milioni di euro: parte di questo denaro potrebbe, per esempio, essere usato per ridurre i costi portuali». D'altronde, il denaro non è poco.
LA ZONA FRANCA Ma Plaisant ha anche un'altra idea. «Le aziende si installano dove trovano uno stimolo economico. La zona franca potrebbe rappresentare proprio quello stimolo di cui avremmo bisogno». E occorre far presto. «Perché, nel giro di pochi anni, dovremo fare i conti non solo con la concorrenza di Malta ma anche con i porti africani: lì, a parte il costo del lavoro più basso, sono previste anche le zone franche».
MARCELLO COCCO

18/04/2009