Fortza Paris e Patto per Cagliari difendono l'esperienza e l'esito alle urne delle loro liste
«I risultati elettorali di Cagliari sono evidenti nei numeri e si prestano a valutazioni che alcuni fanno finta di non vedere. La proposta che ha visto anche Fortza Paris e Patto per Cagliari tra le prime formazioni alleate e convinte della necessità di dar vita, insieme al candidato sindaco Piergiorgio Massidda, a un polo civico e sardista capace di far emergere singoli e gruppi di cittadini slegati alle logiche partitiche nazionali, ha prodotto, pur nella sconfitta elettorale, numeri e risultati che in troppi fanno finta di non notare». Gianfranco Scalas, presidente nazionale di Fortza Paris e Franco Fozzi, responsabile della lista Patto per Cagliari, difendono l'esito del voto «che ha promosso l'esperienza civica». Il polo civico che ha dato origine al “progetto Massidda”, spiegano Scalas e Fozzi, «ha preso nel suo insieme più del 15 per cento - praticamente metà della valenza del totale della coalizione - e non può essere derubricato a scomodo o addirittura nocivo comprimario da parte degli esponenti locali dei soli partiti con testa e interessi a Roma. Oscurare questo dato e cercare di far passare l'idea che la componente civica sia stata politicamente e numericamente irrilevante è a dir poco fuorviante quando non in totale mala fede».
Per i due dirigenti politici «il fatto che le liste civiche abbiano eletto un numero di consiglieri comunali nettamente inferiore in proporzione ai consensi ottenuti nel complesso, è un dato che deriva sia dal sistema elettorale sia anche da una colpevole leggerezza nel non valutare la effettiva necessità di accorpare alcune liste per raggiungere un risultato corrispondente».
Resta l'esito numerico di tanta fatica: «È inconfutabile il dato certo del 15 per cento di elettori cagliaritani che hanno dato fiducia alle liste civiche». Risultato più marcato a Pirri, «dove il polo civico nel suo complesso ha riscosso quasi il 28 per cento dei consensi». Il resto, per Scalas e Fozzi, «sono analisi di parte, legittime ma tese a giustificare problematiche e rese dei conti interne a certi partiti». Partiti dai quali «è giusto ricordare si sia registrata la provenienza della maggior parte dei voti disgiunti». Il dato certo: «I consensi raccolti dal progetto civico, al netto di quelli accordati ai partiti accodatisi successivamente, dimostrano che il futuro non è più nelle mani di pochi e impongono di non disperdere il patrimonio umano e politico che, pur proveniente da esperienze differenti, ha saputo confrontarsi e marciare unito in un'ottica di vero civismo».