Dopo il voto di Cagliari il partito di Zedda alza la posta e va in pressing sul governatore
La frenata (chiesta e ottenuta) sulla tabella di marcia per la Asl unica è il segnale che tra Sel e il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, si è aperta la stagione della guerra fredda. La miccia è stata innescata all'indomani della vittoria di Cagliari e i prossimi giorni saranno all'insegna del braccio di ferro. Serviva un passaggio politico per discutere la Asl unica, serviva più tempo per analizzare il testo e serviva soprattutto pesare la propria forza all'interno della coalizione.
LA FRENATA Quella di ieri è stata una riunione politica, prassi insolita negli ultimi tempi per la discussione delle riforme. Eppure a partire da Sel con l'aggiunta poi di tutti gli altri partiti c'è stato il pressing sulla Giunta per questo passaggio. Il risultato finale è che oggi non si riuniranno le due commissioni (Autonomia e Sanità) che avrebbero dovuto analizzare la legge per cercare di portarla in aula il 21 giugno. Il senatore di Sel, Luciano Uras, si sofferma innanzitutto su un aspetto: «Oggi siamo riusciti a fare una cosa di cui c'era veramente bisogno, ossia una riunione di maggioranza con tutte le forze politiche». Poi, i tempi necessari per l'analisi sono fondamentali perché «vogliamo capire bene il testo per la massima condivisione e questo è un lavoro che si deve fare con calma». Un braccio di ferro che per evitare lo strappo definitivo si potrebbe essere chiuso con un pareggio. A testimoniare questo ci sono le parole del presidente che alla fine accoglie la teorie dello stop alle corse: «È una riforma epocale - dice il governatore - è giusto concedere i tempi necessari per portare a termine questa legge». Una presa d'atto da parte del presidente che comunque non rinuncia a sottolineare che «abbiamo la consapevolezza che ci sono dei tempi e dobbiamo cercare di rispettarli». Un avviso che denota come comunque Pigliaru voglia mantenere il timone per traghettare la legge e arrivare alla Asl unica nei tempi concordati, anche con il Consiglio.
I PARTITI Questa frenata permette un po' a tutti i partiti di riprendere in mano la legge e capire. Il deputato del Centro democratico, Roberto Capelli, per questo motivo sottolinea che «è necessario più tempo per analizzare tutte le proposte su questo tema». Perché in effetti, nonostante la maggioranza abbia ritirato gli emendamenti le idee diverse su come rivoluzionare la gestione della sanità in Sardegna ci sono eccome. Il Partito dei sardi aveva proposto una soluzione con tre Asl (nord, centro e sud): «Continuiamo a lavorare e fare proposte migliorative», spiega il segretario, Franciscu Sedda, «ci sono tanti modi di concepire un'azienda unica, in certi casi l'unità rafforza in altri può complicare il percorso».
LE FRIZIONI Ma non è questo il capitolo che concluderà lo scontro. Arrivano segnali di malcontento su diverse questioni, che fanno sì che tra la Giunta e Sel la luna di miele, almeno per ora, sia sospesa. Certo, i numeri in Consiglio impongono la nascita di un'asse che possa bilanciare la predominanza democratica e su questo da tempo i big dei partiti minori del centrosinistra stanno lavorando. Nei prossimi giorni potrebbero essere diversi i motivi dello scontro. Argomenti sollevati da tempo come le società partecipate o come la mancata discussione sulla legge urbanistica che potrebbe subire uno slittamento dei tempi per l'approvazione in Giunta. Sullo sfondo c'è anche una campagna elettorale in cui raramente il presidente della Regione ha affiancato il candidato sindaco, Massimo Zedda.
Matteo Sau