La doppia preferenza di genere cambia la composizione dell'Aula
Anche nella partita delle donne vince il centrosinistra. Anzi, il risultato è decisamente più nitido: dieci a uno. Schieramento a parte, le undici poltrone ottenute dalla rappresentanza femminile sono il record di sempre. Potere del cambiamento, o della doppia preferenza, le neoelette si dividono, l'elettorato pure.
Parola a Francesca Ghirra, in assoluto la più votata. Messe in tasca 1.378 preferenze, ha distanziato tutti: «Non me l'aspettavo, devo ancora realizzare», premette. Ma nell'analisi del voto è precisa: «Ero l'unica consigliera uscente e oltretutto capolista. Penso che nel mio caso la doppia preferenza sia stato un vantaggio: mi ha permesso di raccogliere qualche voto anche da alcune candidature maschili ma in ogni caso non credo avrei avuto problemi a entrare in Consiglio», osserva. «Inizialmente ero molto scettica: temevo che il sistema non funzionasse ma, davanti a un terzo del Consiglio che diventerà femminile, non si può che parlare di risultato straordinario», ribadisce. «Ha influito il sistema ma va dato merito anche alla grande lealtà tra le coppie dei candidati».
Anche la sua collega del Pd Grazia De Matteis si schiera a favore della novità, con qualche riserva: «Si tratta certamente di un passo in avanti in termini di democrazia che spero permetta a tante donne di portare un contributo di cambiamento in Consiglio e nella vita politica in generale», commenta. «Sicuramente la doppia preferenza non porta a una parità reale ma, allo stato attuale, lo considero uno strumento d'emergenza e necessario per superare il gap che abbiamo», spiega. «Undici donne in Consiglio sono un inizio, in parte dovuto anche a un'onda di cambiamento nella mentalità comune. Ma c'è ancora tanto da lavorare».
La prova arriva dai risultati delle singole liste. In quelle di centrosinistra le candidate sono riuscite a ritagliarsi ampi - e meritati - spazi, non si può dire altrettanto per quanto riguarda i partiti di centrodestra, il cui elettorato si è dimostrato palesemente maschilista. Per quanto riguarda i Riformatori, le donne hanno ottenuto solo il 25 per cento dei voti totali, stessa percentuale delle candidate in campo con Nessun dorma. Cifre che non fanno parlare di successo della doppia preferenza e, in generale, di parità. Leggermente meglio in Massidda sindaco e Forza Cagliari, la lista dell'unica neoconsigliera del centrodestra: Loredana Lai. «Una vittoria frutto del consenso ottenuto col grande lavoro fatto in passato. Ho fatto tre legislature in circoscrizione, non avevo bisogno di essere accompagnata da un maschietto», sottolinea. «Anzi, penso che la doppia preferenza sia ridicola, al posto di andare avanti si sta tornando indietro. Sminuisce il valore delle donne, perché se una lavora viene premiata, fosse per me la abolirei». Resta il risultato, e con questa premessa non è azzardato pensare che in un futuro prossimo nella poltrona più importante di via Roma possa - finalmente - sedersi una sindaca.
Sara Marci