Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dediche, canzoni e disegni deturpano la città

Fonte: L'Unione Sarda
9 giugno 2016

Le scritte sui muri con lo spray non risparmiano nessun quartiere Gli imbrattatori seriali 


“Franco vive” in via Corte D'Appello, a Villanova trionfa l'amore. La Cagliari che si legge sui muri parla di politica, calcio, di storie nate - alcune concluse - e, scarabocchi indecifrabili a parte, arriva sino ad Anton Cechov. E poi ci sono le balene ormai sbiadite di Crisa.
DICHIARAZIONI D'AMORE “Abbracciami ancora in silenzio e tutto finalmente si fermerà, ora che sono felice. Spero che i miei occhi brillino sempre di te”: vernice blu e nessuna firma a rivendicare il messaggio d'amore impresso in piazzetta San Domenico. Va all'autore sconosciuto il premio per la fantasia, perché gli altri writers dal cuore tenero peccano d'originalità. A San Benedetto, i “Ti amo principessa” sono inflazionati. Altrettanto i “6 la mia vita”: spopolano.
IL RIPENSAMENTO “Non hai mai fallito nel farmi sorridere”, scriveva un innamorato ignoto davanti al Palazzo di giustizia. Destino avverso, o forse il senso di giustizia, hanno fatto sì che la frase sia stata - parzialmente - cancellata e aggiornata. Ora si legge solo: “Hai fallito nel farmi sorridere”. Resiste il “Ti amo”, ricordo dei tempi andati.
LE CANZONI La sfida è tra Battisti, Vasco e Max Pezzali. Quest'ultimo riempie l'intera parete di una palazzina in via Cimarosa. “Vorrei dirti vorrei, ti sento vivere, in tutto quello che faccio e non faccio ci sei, mi sembra che tu sia qui, sempre”, la strofa, rivolta probabilmente all'inquilina di un appartamento con vista su dedica, è di “Lampone”. A Mulinu Becciu preferiscono Vasco, ma rivisitato. Così Una canzone per te tra via Piero della Francesca e via Aresu diventa “Una scritta per te, non te l'aspettavi eh, invece eccola qua”. Pure Battisti finisce sui muri, sempre a Villanova, dove “Alex” - evidentemente combattuto - scrive: “Ancora tu, ma non dovevamo vederci più”.
RABBIA E RIVENDICAZIONI POLITICHE Sulle mura del Bastione - e non solo - s'inneggia all'anarchia, tra la guerra al lusso e alla borghesia (“Borghesi fuori dal barrio”, “No gentryfication”, “Il lusso è una provocazione"), e l'invito a dar “fuoco alle galere”. Scritte di protesta compaiono anche al cimitero di San Michele ma il bersaglio cambia: “Fuori i militari dalle città”. Opinione condivisa in quasi tutti i quartieri, dove la formula si modifica, “No basi, "No armi”, ma la sostanza no. Il resto è un tripudio di “No Tav”, “No radar”, e “Sardinia Is not Italy”.
SAN MICHELE-IS MIRRIONIS In via Seruci “infami” e “carogne” sono messi al bando, secondo quanto si legge sulle facciate dei palazzi, in via La Nurra il tempo sembra essersi fermato: “Buon 2008”. Anche in via Castelli i messaggi sono inequivocabili: "le cose dille in faccia”, consiglio scritto in nero, e a caratteri cubitali, accanto a un portoncino d'ingresso, che sa più di avvertimento.
CECHOV E CANI VAGABONDI Al Ghetto degli ebrei “l'amore sorride solo ai cani vagabondi”, non altrettanto al Comune che dovrà ripulire la facciata. “Fai un favore, leggi poesia”, l'invito del writer ignoto sarebbe pure apprezzabile, se non imbrattasse via Mazzini. In via Università si arriva al paradosso: “E basta con 'ste scritte sui muri, sono degradanti”. Poco più avanti la citazione più colta, rubata a Cechov: “Qualsiasi idiota può superare la crisi, è la quotidianità che è infernale”. E pure i muri imbrattati lo sono (infernali), ma evidentemente non per tutti.
ZARMU Tappa finale in via San Saturnino: “Io sono un anarchico le mie armi sono le parole e l'intelligenza, il mio campo di battaglia le coscienze degli esseri umani”, era la frase di Alessandro Scanu, per tutti Zarmu, operatore sociale che aveva scelto di fare della solidarietà la sua ragione di vita.
Sara Marci