Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Pd guarda a sinistra Cagliari come modello

Fonte: La Nuova Sardegna
8 giugno 2016

 


Funziona l’alleanza con Sel. Zedda più forte della coalizione
di Luca Rojch

CAGLIARI. L’ossigeno al renzismo arriva dal meno renziano dei sindaci. Massimo Zedda trionfa. Spazza via un centrodestra con un azzurro sempre più pallido, spegne tutte le 5 Stelle. Cagliari è l’unico capoluogo in Italia dove il centrosinistra vince al primo turno. Ma lo fa con un sindaco di Sel e un Pd che non ha neanche provato a proporre un nome alternativo. Il capoluogo è un laboratorio per la coalizione. La prova che il centrosinistra vince se si tinge un po’ più di rosso e un po’ meno di Verdini.
L’ultimo arancione. Zedda non ha mai rinnegato Renzi, ma la sua vittoria è costruita su una base diversa dal credo pragmatico del premier. La sua coalizione guarda a sinistra e ai sardisti. Lontana da qualsiasi forma di commistione con la destra. Zedda è l’ultimo testimone della Rivoluzione arancione del 2011 che aveva portato molti sindaci del centrosinistra al governo. Gli altri sono caduti, lui è riuscito non solo a confermare la sua leadership, ma a trionfare al primo turno. La vittoria di Zedda è il punto fermo di chi nel Pd guarda a sinistra. Ecco perché Cagliari è un caso nazionale. Ecco perché è un laboratorio.
Pd primo. La ricetta funziona e fa bene anche al Pd che a Cagliari, città a lungo guidata dal centrodestra, è il primo partito, con oltre il 19 per cento. Va bene anche Sel che sfiora l’otto per cento. Una affermazione che ha ancora più peso, perché il centrosinistra aveva già governato in questi 5 anni, un periodo in cui la crisi ha rallentato l’economia e nello stesso tempo lo Stato ha tagliato tutti i trasferimenti agli enti locali. Facile rischiare il flop per l’amministrazione che si trova a gestire un periodo negativo.
Massimo carisma. L’effetto Zedda si fa sentire in modo determinante. Lo dimostra il voto disgiunto che di fatto ha portato alla vittoria al primo turno della coalizione di centrosinistra. Il sindaco di Sel prende più delle sue liste. Lui arriva al 50,86, la coalizione si ferma a 47,74. Senza il treno Zedda la sfida sarebbe finita al ballottaggio.
Delusione a 5 Stelle. I grillini non sfondano. Si può dire che deludono, lo tsunami ha spazzato via più loro che i partiti tradizionali. La candidata sindaco Maria Antonietta Martinez ha preso il 9,27 per cento dei voti, la sua lista il 7,97. Un risultato che ridimensiona i sogni di grandezza a 5 Stelle. Anche se la senatrice Manuela Serra su Facebook, agorà di confronto naturale per il M5s sostiene che il risultato sia positivo. I grillini non hanno sfondato anche per le divisioni interne che lacerano il movimento nell’isola e che su Cagliari si sono amplificate. Tanto da vedere uno degli storici attivisti a 5 Stelle, Alessandro Polese, candidato con Piergiorgio Massidda.
Resistenza azzurra. Sembrava destinato a fare la fine dei dinosauri. Estinto dopo la glaciazione, ma il centrodestra dimostra di essere vivo. Merito di Massidda, che si veste da civico e riesce a fare da traino per tutta la galassia berlusconiana. Parte prima che inizi la corsa, gli azzurri lo lasciano andare in fuga, ma alla fine sono costretti a rincorrerlo. Entrano nella coalizione, ma solo dopo avere rinunciato al simbolo. Forza Italia diventa Forza Cagliari, in una corsa al civismo che è una costante in tutto il paese. Alla fine il partito arriva a Cagliari all’8,16 per cento, vicinissimo ai 5 Stelle.
Per chi sembrava destinato a sparire è già un successo. Massidda è fuori dal ballottaggio per una manciata di voti. L’azzeramento del centrodestra nell’isola non c’è e a Cagliari il risultato lascia un po’ di azzurro in un cielo pieno di nuvole.
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