Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Massidda: farò l'opposizione ma non invidio chi ha vinto

Fonte: L'Unione Sarda
7 giugno 2016

La delusione dello sconfitto, fermo al 32,26 per cento: puntavo al ballottaggio

 

«Chiamerò Zedda per complimentarmi con lui». Elegante e sportivo nella sconfitta, Piergiorgio Massidda abbraccia la prima giornata del dopo-elezioni e sospira: «È andata. Però peccato, avevo altre aspettative».
AFFLUENZA S'è svegliato presto. «Alle 8, dopo forse quattro ore di sonno». È stata anche per lui una lunga notte di passione: l'attesa del voto, la chiusura dei seggi, l'inizio dello spoglio, il fiato sospeso per l'esito. Ne è certo: «La bassa affluenza favorisce sempre chi governa, in questo caso il sindaco uscente». Al ballottaggio ci ha pensato eccome. «Era la mia, la nostra meta. Se facciamo alcune comparazioni, l'esito non può che confortare il mio ragionamento teorico». Intanto la quota personale: «Avevo sperato di attestarmi sul trenta per cento, e così è stato». Primo traguardo raggiunto. «Il fatto è che puntavamo sull'esplosione del Movimento 5 Stelle». In cifre: «Almeno quindi o venti per cento. Invece i grillini si sono fermati su una soglia troppo bassa per favorirci». Il dieci per cento (esattamente 9,28) della candidata a sindaco Antonietta Martinez ha lasciato troppi voti liberi «intercettati dal centrosinistra».
IL TRAGUARDO Poi le quote degli altri candidati a sindaco: 2,18 di Enrico Lobina, 1,75 di Paolo Casu, 2,46 di Paolo Matta, 1,20 di Alberto Agus. «Percentuali esigue per sperare in uno spostamento di consensi verso il nostro schieramento civico». Tradotto: «Noi abbiamo centrato il traguardo del 30-32 per cento ma chi avrebbe dovuto darci una mano, senza ovviamente saperlo - alludo in primo luogo ai grillini - si è fermato a metà strada. Di fatto il centrosinistra di Massimo Zedda ha raccolto quanto invece speravamo di ottenere noi».
LA CRITICA Massidda non perde l'aplomb di chi perde con stile. Ma non rinuncia a una doverosa lettura critica del passaggio elettorale. «Due», spiega l'ex Autorità portuale e attuale presidente di Cagliari Free Zone, «i fatti che ritengo giusto sottolineare. In città c'è un allineamento con chi vince. Sarà il fascino del vincitore del momento: si segue comunque la scia. L'altro aspetto è il sistema elettorale che, di fatto, impedisce un confronto vero tra i diversi candidati. Alla fine, ne ho avuto una percezione chiara, non mi è stato possibile parlare e approfondire in che modo si potrebbe per esempio creare lavoro, la proposta, questa, centrale del nostro progetto civico. Ho dovuto quasi ricorrere agli slogan. E l'elettore, di sentire slogan elettorali, si stanca presto. Oggi chi va a votare lo fa perché convinto dalla bontà e chiarezza di una proposta. Un vero peccato non essere riuscito a farmi sentire e capire molto meglio di quanto abbia fatto».
PARTENZA Non butta via l'esperienza fatta. «Il trenta per cento non è percentuale da poco. La ritengo non un punto d'arrivo ma di partenza». Intanto non può utilizzarlo per il ballottaggio, momento che l'ex coordinatore regionale di Forza Italia ha sempre invocato per confrontarsi faccia a faccia con il suo avversario d'elezione, Massimo Zedda. «È il punto che più di altri accentua la delusione che provo. Sono certo che al ballottaggio i cagliaritani avrebbero assistito a un film molto diverso rispetto a quello visto scorrere nel primo turno».
SONDAGGIO Chi punta a vincere perché pone come traguardo il trenta per cento? «Siamo realisti, noi ci siamo impegnati allo spasimo per raggiungere quella percentuale, ma con estrema onestà devo ammettere che un sondaggio ci assegnava non più del 24 per cento dei consensi. Ecco perché, a conti fatti, aver centrato realmente il trenta per cento lo ritengo un ottimo risultato. Se fossimo riusciti a sommare questa cifra con un probabile 15 per cento grillino, allora sì che la partita con Zedda e il centrosinistra sarebbe stata diversa. Senza considerare che la vera sorpresa è stata rappresentata dal Psd'Az: il suo 7 per cento al centrosinistra ha fatto molto comodo. Immaginiamo per un attimo il centrosinistra senza il contributo dei sardisti. Ecco perché sostengo che la realtà avrebbe potuto regalare altre immagini». Invece? «Prendo atto di quel che lo spoglio dei voti propone: una ribellione in atto, l'inizio di un riscatto fotografato proprio dal nostro trenta per cento. È un pacchetto di voti che racconta di una società che vuole cose diverse da quelle proposte finora dal centrosinistra che governa a palazzo Bacaredda. Sa una cosa? Non invidio per niente Zedda. Dalla sua maggioranza avrà in cambio molti grattacapi, ora neppure immaginabili».
Accetterà di fare il capo dell'opposizione? «Sarò in Consiglio ma non ambisco a fare il capo, sebbene riconosca che il mio movimento, che ha trovato in me la guida, è soltanto all'inizio di un lungo viaggio».
Pietro Picciau