Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Quali sono i progetti per i migranti che sbarcano in città»?

Fonte: L'Unione Sarda
26 maggio 2016

PIAZZA MATTEOTTI. Appello dei volontari

 

Nella campagna elettorale in vista del voto per la nomina del nuovo primo cittadino si discute degli argomenti più vari tranne uno: «L'emergenza migranti». L'arrivo costante nell'Isola di extracomunitari in fuga da guerre, persecuzioni e povertà non è oggetto di dibattito tra i sette candidati a sindaco, quasi fosse un fenomeno insignificante e «non interessante» nonostante il forte impatto sociale.
La denuncia arriva dalla “Rete sarda della cooperazione internazionale onlus”, con il presidente Michele Demontis e i rappresentanti di cinque associazioni riunitisi ieri davanti al palazzo municipale in piazza Matteotti sotto una temperatura che alle 10,30 segnava quasi 30 gradi. Il problema, dicono, non è di poco conto: «Non si dice se e quali risorse, strutture e politiche saranno impiegate per garantire un'accoglienza umana e ridurre l'impatto e i disagi per la comunità cagliaritana». Proprio oggi attraccherà al porto canale, a meno di modifiche dell'ultimo momento, la nave Acquarius con a bordo 400 delle 3 mila persone salvate due giorni fa al largo della Libia. «A dimostrazione che con la bella stagione gli sbarchi riprenderanno numerosi», sottolinea Roberto Copparoni, presidente dell'associazione “Amici di Sardegna onlus”.
Dunque, ecco la decisione di fermarsi davanti al Municipio per «portare un argomento importante all'attenzione della pubblica opinione» e l'appello: «Abbiamo chiesto a tutti i candidati di rendere nota la loro posizione. Sappiamo che la situazione è difficile da gestire, ma vorremmo capire cosa è stato fatto. Nessuna distinzione tra buoni e cattivi, però è necessario uscire dalla logica di emergenza e assistenzialismo». E smettere di contare unicamente sulla Chiesa. «Non c'è solo la Caritas, la nostra rete è accreditata a tutti gli effetti eppure mai è stata coinvolta».
Perché allora non organizzare «corsi di formazione per chi decide di restare qui? Servirebbe un vero coinvolgimento con l'inserimento attivo anche in contesti economici e sociali per i migranti», aggiunge Marina Patteri di “Studenti per la città”. Magari nel «turismo sociale, nella interculturalità». Resta la necessità di preparare «una strategia per favorire la loro integrazione nella regione e nelle città», insiste Luisa Zedda della “Tdm 2000”, esperienze nei Balcani e in Spagna. «Dobbiamo lavorare sul medio e lungo periodo, non solo sull'emergenza. Servono mediazione culturale e un supporto psicologico, queste persone non possono essere lasciate in un limbo di attesa senza essere coinvolte. Bisogna sfruttare i loro talenti». Tra l'altro «spesso sono viste come nemiche e invece ci si dovrebbe mettere nei loro panni, capire perché lasciano il proprio Paese e sapere che spesso vorrebbero tornarvi ma non possono farlo», chiude Roberto Manca della “Asecon ong”. E i politici che idea hanno?
An. M.