Rassegna Stampa

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Ultimo saluto a Pinuccio Sciola. I figli: "Il tuo tempo non ha tempo, ciao babbo"

Fonte: web cagliaripad.it
16 maggio 2016

 

 


Ansa News


 

"Domani quando morirò non venitemi a cercare sottoterra: io sono vento e libertà". È il lascito dello scultore Pinuccio Sciola nelle parole della figlia Maria che ha chiuso così, con un toccante ricordo dell'eredità del padre, la cerimonia funebre in una piazza San Giovanni gremita da migliaia di persone, tutta la "sua" San Sperate, gli amici di sempre, gli artisti sardi e della penisola che con lui hanno condiviso tante battaglie.

"Il tuo tempo non ha tempo, ciao babbo": ancora nelle parole di Maria l'addio all'uomo che ha dato voce alle pietre e all'inquietudine del Novecento. Il feretro è stato accolto dal sax di Gavino Murgia, accompagnato dai figli Chiara, Tomaso e Maria. In prima fila il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, quello di San Sperate, Enrico Collu, e moltissimi altri primi cittadini del circondario.

Tutti in fascia tricolore. Il primo ricordo dell'artista, nelle parole dell'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, poi la cerimonia presieduta dal parroco del paese, padre Raffaele, concelebrata con altri cinque sacerdoti. Nessun fiore sulla bara di Pinuccio, solo il suo archetto magico con cui faceva suonare le pietre di basalto, ed ai piedi del feretro quelle arance orgoglio della produzione di San Sperate. E sull'altare non poteva mancare una delle sue celebri pietre sonore in miniatura. Sciola era un personaggio scomodo.

Lo ha ricordato il sindaco riconoscendo all'artista una caparbietà fuori dal comune nel perseguire i suoi obiettivi. "Pinuccio non se n'è andato, lo vedo ancora qui fra di noi - ha esordito Collu - è stato un uomo a cui la natura ha dato qualcosa di speciale. Ma quante battaglie con lui, quanti rapporti burrascosi fra di noi, lui che alzava sempre l'asticella, e non si accontentava mai del risultato, ma andava oltre - ha rimarcato - un bel grattacapo per un amministratore alle prese con i bilanci. Non ha mai fatto sconti a nessuno, tantomeno a me. Non dava alcun valore al denaro e aveva un unico vizio: gli piacevano le scarpe di lusso". Ma è la Sardegna tutta che ha voluto tributare il suo saluto a Sciola.

"Pinuccio è stato l'artista dell'essenza, ogni angolo dell'Isola parla di lui - ha ricordato il presidente Pigliaru - ma le sue opere vivono in molte parti del mondo. Il mio impegno sarà quello di realizzare almeno uno di quei grandi progetti di cui Pinuccio ha parlato con me in più di una occasione. Addio maestro Sciola, la Sardegna tutta ti ringrazia".