Come nacque
Eravamo cinque amici in cripta. Se siete curiosi di sapere come sia nata una manifestazione come Monumenti aperti, segnatevi quest'appuntamento: domenica 15 giugno, Ghetto, via Santa Croce, alle 12 e alle 17. Epoca: metà anni '90. I cinque ragazzi erano Vito Biolchini, Armando Serri, Massimiliano Messina, Massimiliano Rais e Giuseppe Crobu, ovvero l'associazione culturale Ipogeo. «Facevamo visite guidate la domenica nella cripta di Santa Restituta», racconta Biolchini. Il migliaio di visite in occasione della sagra di Sant'Efisio del 1994 fu l'emergere di un fenomeno non ancora registrato: il desiderio dei cagliaritani di conoscere meglio la città.
«Nel '95, sull'esempio di quanto avveniva a Napoli col Maggio dei Monumenti, lanciammo un appello alle altre associazioni impegnate nella valorizzazione dei beni culturali». L'anno dopo fu annunciata la prima edizione di Monumenti aperti.
Anni pionieristici. «Immaginare di aprire al pubblico le torri pisane suonava come un'assurdità», prosegue Biolchini. «Ottenere le chiavi dei monumenti fu difficile. Fu decisivo l'appoggio del Comune». Giunta Delogu. «Non eravamo politicamente vicini ma l'assessore alla Cultura, Gianni Filippini (ora direttore editoriale di questo giornale, ndr) ci garantì pieno appoggio. Fu di parola».
Nel giro di due anni l'impegno era già diventato troppo grande. Gli ideatori si fecero da parte, a Ipogeo subentrò Imago mundi e il resto è cronaca. (m. n.)