Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le scuole del nuovo millennio

Fonte: L'Unione Sarda
6 maggio 2016

ISCOL@. Approvata la delibera finale, istituti più piccoli per la contrarietà dei sindaci

Decolla il progetto per realizzare 5 campus intercomunali Le “scuole per il nuovo millennio” - tra cui i moderni campus che raccolgono tutti assieme i bambini e i ragazzi di vasti territori - nascono più piccole del previsto. Non tutti hanno accettato pacificamente la visione strategica della Giunta Pigliaru, diversi sindaci si sono opposti, perché pensano che lo spopolamento si combatta nella maniera contraria, cioè tenendo aperti i presìdi e difendendo i servizi fino alla morte, nelle Unioni dei Comuni si sono avute discussioni e lotte, dunque alla fine si parte con un disegno «aggiornato», rivisitato sulla base delle «esigenze» espresse dagli amministratori. Comunque si parte, e alla fine del 2018 - è la promessa - ci saranno le prime inaugurazioni.
Piano straordinario regionale di edilizia scolastica Iscol@, asse 1: sono in fase di decollo quattordici progetti (più altri quattro del programma “scuole innovative” del ministero), tra questi cinque campus intercomunali anziché gli iniziali nove, e ognuno con un numero di paesi ridotto. Chi non ha accettato di entrare proverà a difendere la sua piccola scuola dalla chiusura, se ce l'ha ancora, oppure proporrà un futuro alternativo, il “polo diffuso”, come ad esempio sperimenteranno Scano Montiferro, Tresnuraghes, Sagama e Sennariolo, che sono vicinissimi e si divideranno le competenze.
«L'uguaglianza delle opportunità si può raggiungere con l'istruzione di qualità, senza condizionamenti legati al luogo in cui si è nati, al reddito della famiglia, al livello di istruzione dei genitori, o al tipo di scuola che si frequenta». Così, il presidente Pigliaru ha preso l'impegno di «fare di più e meglio per migliorare i livelli di apprendimento degli studenti, per combattere la dispersione scolastica e aumentare in modo significativo il numero dei laureati» e ha avviato un anno fa il programma straordinario sulla scuola, articolato su tre linee: edilizia scolastica, incremento delle competenze e lotta alla dispersione scolastica. L'edilizia è stata la prima azione, l'obiettivo quello di costruire edifici che guardano alla qualità architettonica, alla sostenibilità ambientale e sociale, alla didattica e a tutte le attività formative, ricreative, sportive e culturali in una struttura aperta tutto il giorno.
Sono stati considerati prioritari i progetti che prevedono l'accorpamento di edifici scolastici e la soppressione di scuole sottodimensionate o a rischio di sottodimensionamento. «Poli territoriali scolastici», con un sistema di premialità - spiega la delibera di Giunta - per gli interventi «caratterizzati da una dimensione sovraterritoriale e/o da un decisivo processo di accorpamento degli edifici, con la relativa diminuzione del numero degli stessi presenti nell'area».
Per portare a termine questo piano, che viene rivisto annualmente, è stata creata una Struttura tecnica di missione ad hoc, che gestisce in una cassa unica i fondi a disposizione per le scuole, da qualsiasi fonte arrivino (europea, statale, regionale). La Struttura fa un lavoro enorme e delicatissimo. «Abbiamo incontrato tutti i sindaci della Sardegna prima di concludere questo processo negoziale. In alcuni casi è successo che molti che inizialmente erano d'accordo sui campus poi si sono tirati indietro», sottolinea una delle responsabili del team, Alessandra Berry. «Dato che i numeri ballavano, che le risorse sono limitate e che gli importi di finanziamento sono commisurati alla dimensione della scuola, abbiamo chiesto, per un'adesione formale, sia una delibera dell'Unione dei Comuni, sia quella dei rispettivi consigli comunali». È successo di tutto, infine c'è stata una scrematura notevole, che ha portato al risultato attuale. «Noi abbiamo proposto un modello, chi ha voluto ci ha seguito, chi era contrario ha scelto altre strade». In Marmilla ad esempio, il progetto originario racchiudeva 17 centri del territorio, poi l'opposizione di sette primi cittadini ha portato al ridimensionamento dell'opera e del finanziamento (da 9 a 6,4 milioni). Insomma, il campus si farà - a Villamar - ma più piccolo.
«Entro la fine di maggio verranno avviati i concorso di progettazione, ogni ente proponente il suo, con la regia della Regione», spiega Berry, «poi saranno selezionati i migliori progetti e a quel punto i Comuni faranno partire le gare d'appalto. Nel giro di due anni i nuovi edifici saranno funzionanti».
Cristina Cossu