Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il rientro di Sant'Efisio Migliaia di fedeli per la chiusura della 360ª sagra

Fonte: L'Unione Sarda
5 maggio 2016

Il primo guardiano Cacciuto: «Il voto è stato sciolto. Attrus Annus»I

 

La voce eccitata di Francesco Cacciuto, primo guardiano e presidente dell'arciconfraternita di Sant'Efisio, rimbomba nella chiesetta di Stampace stracolma: «Reverendissimo canonico, illustrissimo signor Alternos vogliate comunicare al Capitolo metropolitano e al signor sindaco del Comune di Cagliari che oggi, quattro maggio 2016, il voto è stato sciolto. E così sarà sempre, con l'aiuto di nostro Signore Gesù Cristo, per l'intercessione di Nostra Signora del Riscatto e del glorioso martire Sant'Efisio, patrono di questa Arciconfraternita. Attrus Annus». Sono le 23,31, il miracolo si è compiuto per la 360ª volta. È stato il solito, entusiasmante bagno di colori, fede, tradizione per la festa più importante della Sardegna. Una processione che accomuna tutti, atei e credenti, uniti da una devozione e da un affetto senza limiti. In migliaia hanno accolto il cocchio trainato dai buoi con la statua del Martire guerriero per il suo rientro nella chiesetta di Stampace. Un'assenza di quattro giorni durante i quali Sant'Efisio ha toccato i punti tradizionali del suo viaggio: Pula, Sarroch e Capoterra.
A GIORGINO L'ultima tappa di Sant'Efisio, prima del rientro a Stampace, è alla Corte in Giorgino della famiglia Ballero. Il camion dell'Esercito entra nel vialetto della villa poco dopo le 20 e scarica il cocchio. Ad attenderlo, tra gli applausi dei fedeli, i padroni di casa, l'Alternos Luigi Minerba, il sindaco Massimo Zedda, monsignor Ottavio Utzeri, parroco di Sant'Anna da cui dipende la chiesa di Sant'Efisio e i componenti dell'arciconfraternita. È a Giorgino che ogni Primo maggio il Santo cambia d'abito e il cocchio, abbandonando quelli di città per assumere l'assetto “da campagna”. Sempre a Villa Ballero, tre giorni dopo, si prepara al rientro in città, a Stampace. Si prega, si chiacchiera, si invoca una grazia e si recita il rosario. Alle 20,40 Si Sighisi aicci e Non d'acquistasa (il giogo di buoi di Domusnovas che traina il Martire per il rientro in città) vengono attaccati al cocchio. Gli ultimi preparativi e dopo pochi minuti i lampeggianti della Polizia municipale illuminano la strada per la processione che passa al Villaggio dei pescatori.
LA SCORTA A STAMPACE Dopo aver lasciato Giorgino, il cocchio con il Santo, attraversa il ponte di Giorgino. Un silenzio irreale, solo il rumore del vento e la nenia delle preghiere.
In viale La Playa (all'altezza dell'ex Semoleria) il Martire guerriero viene preso in consegna da un esercito che lo accompagnerà sino alla chiesetta di Stampace. Ad attendere Sant'Efisio decine di miliziani, 1500 persone in abito, 120 cavalieri, 50 gruppi folcloristici e migliaia di fedeli per una processione più intima, più intensa, meno spettacolare. Il corteo si ingrossa mentre si avvicina al tempio. Non sarà mai solo il Santo venerato, rispettato e invocato dai cagliaritani. I buoi ondeggiano lentamente, senza tentennamenti, decisi tra due ali di folla.
Via Sassari, via Roma, via Crispi, via Sassari piazza Yenne e, infine, via Azuni, dove la processione si dividerà (per motivi di sicurezza i cavalli e i gruppi proseguiranno verso la chiesa di San Michele, per poi svoltare a sinistra e percorrere via Portoscalas) lasciando che solo il giogo di buoi si infili in via Sant'Efisio per l'ultima manovra nella piazza (vuota) prima del rientro del santo e la lettura della formula.
Attrus Annusu Sant'Efis.
Andrea Artizzu