Attacco dei commercianti contenuto in una lettera
Sospendere l'incasso degli assegni versati in anticipo e ridurre il canone d'affitto degli stand. È la richiesta degli espositori della 68esima Fiera campionaria della Sardegna delusi «dal flop della manifestazione» e «dalla totale assenza dell'organizzazione dell'evento». Se l'incasso degli assegni non verrà bloccato e se non verranno ridotti i canoni d'affitto degli stand, i commercianti ipotizzano una clamorosa azione: «Siamo pronti alle più opportune forme di tutela degli interessi delle nostre aziende».
Il duro attacco è stato ufficializzato in una lettera inviata alla commissaria della Camera di Commercio. Una vera e propria contestazione messa nero su bianco con tanto di ricostruzione di quanto avvenuto in questi ultimi mesi. «A marzo», spiegano nel documento gli espositori, «l'azienda speciale Fiera è stata soppressa. Abbiamo comunque preso atto della volontà di mantenere in piedi le manifestazioni fieristiche. Siamo stati rassicurati e dunque abbiamo deciso di fare un investimento».
Con il passare delle settimane le voci negative sono aumentate: incertezza sullo svolgimento della Campionaria, licenziamento dei dipendenti dell'ente e voci insistenti da far presa sull'opinione pubblica. «L'ente Fiera», evidenziano gli espositori nella lettera-denuncia, «ha comunque proposto gli stand in affitto a prezzi esagerati, pretendendo il pagamento in un'unica soluzione. Evitando però di spiegare agli espositori che avevano già aderito la reale situazione: pochi stand, nessuna campagna pubblicitaria, nessun evento organizzato durante la Campionaria, assenza di attrazioni per i visitatori e, per finire, anche il pagamento di un biglietto d'ingresso».
Gli espositori non si sorprendono, a manifestazione iniziata, del flop: «Ma quello che ci risulta inconcepibile è l'assenza totale dell'organizzazione che non ha in alcun modo replicato al fallimento della Campionaria, quasi confermando la morte dell'evento». I titolari delle aziende presenti nel quartiere fieristico sottolineano, parole loro, «la personale amara sensazione di raggiro» chiedendo alla commissaria «di non incassare gli assegni bancari, pretesi in anticipo, e di ridurre il canone d'affitto degli stand». Altrimenti sarà battaglia per «tutelare gli interessi delle nostre società».
M.V.