Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Carol Rama il corpo e l'amore

Fonte: L'Unione Sarda
26 aprile 2016

Arte “Lei, Lui, Loro” all'Exma e al Macc


 

 

S ontuosa, affollata di vita, palpitante di gioiosi peccati sussurrati da tante, tante lingue. Voci che dicono di uomini e donne, di peni e vagine, incontri, sogni, sesso, dentiere custodite in una campana di vetro, scarpe (astucci portafalli) che lei, scandalosa e magnifica Carol Rama, regina dell'arte contemporanea, faceva vivere nelle sue straordinarie opere. In un angolo da scoprire, “L'appassionata” (colorata), la donna chiusa in un corpo mutilato. Eccola la stanza da letto, quella dove amava incontrare gli amici, il luogo del cuore, intimo. Il viatico per arrivarci è un trionfale tappeto rosso che corre nella Sala delle Volte all'Exma di Cagliari.
Si entra invece quasi in punta di piedi in quella del Macc, a un passo dal mare di Calasetta. Uno sciame di rane di pezza gracida lungo una parete, mentre “Gotica”, allegramente abitata da bestie e umani, è la “ricompensa” d'arte per il visitatore. Il colpo d'occhio è perfetto: un letto in ferro battuto, un raffinato abito disegnato per lei da Antonio Marras, adagiato sopra, e appena si solleva lo sguardo, solitaria sulla parete, l'incisione fatta su uno dei tanti amati «fondi vissuti», riassunto dell'universo di una donna profondamente libera. Premiata nel 2003 con il Leone d'oro alla carriera alla Biennale di Venezia.
Stanze che diventano mete finali, e al tempo stesso l'inizio di una doppia mostra, bella, preziosa, ricca, seducente intitolata “Carol Rama. Lei, Lui, Loro”, omaggio - con oltre 150 opere grafiche della collezione di Franco Masoero e alcuni pezzi unici - alla grandissima artista torinese, scomparsa poco meno di un anno fa; un'esposizione giocata, per un buffo disegno del destino in due spazi espositivi, nati come macelli e rinati per l'arte, l'Exma di Cagliari e il Macc di Calasetta. È qui che il direttore Pino Mantovani ha lanciato l'idea di celebrare Carol Rama, proposta raccolta e condivisa dall'Exma col Consorzio Camù di Cagliari. Il frutto della collaborazione è un imperdibile incontro con un'artista curato a quattro mani da Efisio Carbone, Ivana Mulatero, Roberta Vanali e Alexandra Wetzel. Così ora “Lei” con le sue Seduzioni, le Malelingue, Amici e parenti, gli sfrontati Cadeau, le Parche, vive fino al 22 giugno a Cagliari; “Lui” abiterà per lo stesso tempo a Calasetta, e i “Loro”, appassionati Idilli di possibili coppie, in entrambi gli spazi. «Cantava questa canzone: rane, rane, puttane, puttane. E rane (di pezza) sono state», racconta Antonio Marras, lo stilista di Alghero che a Carol Rama ha dedicato una collezione e una mostra ad Alghero, e ora queste due belle stanze. Aggiunge: «Una volta mi ha detto: vorrei essere una goccia d'acqua, perché così andrei in un rubinetto, poi in un fiume, poi al mare e arriverei da te in Sardegna». La Rama sapeva intrecciare rapporti d'amore pieni di fantasia con le persone che sceglieva. Nel suo mondo al centro c'erano sempre le persone, tutto diventava fisico, contatto, incontro tattile. «Le piaceva sentire la presenza degli altri. Posava una mano sul mio braccio e con l'altra lavorava», ricorda con un sorriso pieno d'affetto Renato Alpegiani, collezionista torinese, grande amico della Rama che alla mostra a dato alcune opere. «Anche le camere d'aria per bicicletta che talvolta utilizzava nelle sue opere altro non sono che la pelle», aggiunge Alexandra Wetzel. Insieme al marito, lo stampatore ufficiale Franco Masoero, hanno seguito e curato la produzione dell'artista. «Due volte alla settimana veniva in studio - ricorda con tenerezza - con un rito sempre uguale: Franco andava a prenderla in macchina e poi le offriva un cappuccino con 11 cucchiaini di zucchero».
Pittrice nell'anima, detestava regole e mestiere: aveva interrotto la sua produzione grafica. “Lei. Lui. Loro” propone il ritorno a un lavoro prezioso, un filo di cui oggi vediamo l'inizio nella serie delle Parche (le signore del Fato, degli anni 40 che aprono la mostra), che si riannoda dopo una lunga pausa.
Il fascino strepitoso dell'esposizione è duplice. C'è un rigorosissimo ed elegante discorso filologico-tecnico con differenti fasi - acquatinta, acquaforte, prove di stampa - aperto da un'opera-guida per ciascuna sezione. E c'è un'esplosione di ironica seduzione, di un erotismo mai volgare o fastidioso ma al contrario dolce e garbato dal quale si viene avvolti e sedotti. L'arte è per Carol Rama il modo più efficace per esorcizzare il violento vuoto di un padre morto suicida e una madre impazzita per il dolore. Dice Roberta Vanali: «Ribelle e appassionata usa il corpo femminile come veicolo per analizzare l'angoscia esistenziale, con quella cifra stilistica che tanto l'accosta a Schiele e a Ensor». La mia arte - confessava l'artista - piacerà moltissimo a quelli che hanno sofferto. Perché la follia è vicina a tutti. E perché se l'arte non è già la vita, è almeno libertà. «Impossibile circoscrivere Olga Carolina Rama - precisa Ivana Mulatero - è stata una degli spiriti più liberi e più inafferrabili di un tempo di conformismo. Conoscere “Lei, Lui, Loro” significa situare l'argomento della corporeità in relazione al linguaggio». Davanti a una mano capirete che è la seduzione femminile a guidare quel tratto sempre pulito, inesorabile; dietro un piede, che vi accoglierà a Calasetta, c'è invece un uomo corteggiante. Ritrae le amiche facendole a pezzi e ha l'ironia di disegnare un uomo incinto. Partiva sempre da un bozzetto che nei «fondi vissuti» - fossero le poesie di Edoardo Sanguineti, suo grande amico, o fogli con sezioni di disegni architettonici - diventavano Oracoli o Malelingue. Diceva anche che i fiori la «facevano sentire brutta»; eppure, osserva Efisio Carbone «la mente fiorisce come nell'Appassionata, la donna mutilata, senza gambe, ma con le scarpe ai piedi del letto di contenzione - la madre era in manicomio - sboccia e se ne va in una disarmante poesia». Sublime arte di chi «non pensa a curare le sue ossessioni ma le fa diventare strumento di dialogo». Per raccontarci, con passione, la vita.
Caterina Pinna