Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Impacciatore, in pelliccia come Venere

Fonte: L'Unione Sarda
20 aprile 2016

Cedac Da stasera al Massimo di Cagliari

 

 

A ll'età di sette anni sapeva già di volere fare l'attrice, determinata e caparbia come spesso soltanto i sardi sanno essere. «Quando mi metto in testa un obiettivo non mollo fino a quando non lo raggiungo», parole di Sabrina Impacciatore, attrice e imitatrice romana scoperta da Gianni Boncompagni nel 1993. «Sono per metà sarda, mia madre è di Burgos e mio padre ha lavorato a Cagliari per vent'anni, tornare qui mi emoziona». Ed è proprio nel capoluogo sardo che Impacciatore arriva con la pièce teatrale “Venere in pelliccia” di David Ives in cartellone da stasera (alle 20.30) fino a domenica prossima al Teatro Massimo sotto l'ala del Cedac.
Che personaggio è Wanda Jordan?
«Il personaggio femminile più bello che mi sia mai capitato di interpretare. È una donna complessa, si trasforma continuamente, gioca tutte le carte della femminilità che non sono quelle legate al senso comune dell'essere seduttiva. Le usa con intelligenza per riuscire ad avere la meglio su Thomas Novachek, il regista che la incontra per farle un provino».
Qual'è oggi il vero potere delle donne?
«L'essere consapevoli. Se le donne non saranno consapevoli del loro potere non potranno mai metterlo in atto rischiando di essere discriminate. Dobbiamo essere femminili senza farci fuorviare da ciò che ci comunica la società italiana, ossia che abbiamo un senso solo se siamo appetibili sessualmente e se non invecchiamo. La donna è un individuo, un essere che può fare la differenza».
Che donna è Sabrina Impacciatore?
«Non finisco mai di conoscermi, questo mestiere mi dà la possibilità di esplorare tutte le possibili caratteristiche che ho e ogni volta scopro qualcosa di diverso. Sono una donna che spera di evolvere, che si mette in discussione ogni giorno e cerca di capire come poter diventare un essere migliore. Sono una sentimentale e sono una persona libera».
Che attrice è invece Sabrina Impacciatore?
«Un'attrice che sta facendo una ricerca di tipo esistenziale. Ricerca che mi permette di osservare la vita senza mai giudicare. Il giudizio e il pregiudizio lo combatto con tutte le mie forze. Sono delle gabbie che mi impediscono di crescere e di incontrate profondamente gli altri. Con la recitazione ho la possibilità di vivere più vite possibili».
Simona Arthemalle