Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Due sardi su tre disertano le urne

Fonte: L'Unione Sarda
18 aprile 2016


Nell'Isola affluenza al 32,37%, appena più su della media nazionale - Solo Arborea e Baradili superano il quorum. Tra le regioni è la Basilicata la più solerte: 50,16%

 

Il mare ha vinto, il mare ha perso. Ha vinto - in Sardegna come nel resto d'Italia - la voglia di stare in spiaggia, o a casa davanti alla tv, o di fare qualsiasi altra cosa che non fosse andare a votare il referendum. «Andare al mare», del resto, da Craxi in poi è il sinonimo della diserzione elettorale. Ha perso, per chi credeva in questa consultazione, l'idea che un Sì potesse tutelare meglio il mare italiano, cancellando le licenze eterne per sfruttare i giacimenti di petrolio e gas già attivi.
La Sardegna, con una votazione del Consiglio regionale, era una delle nove regioni che avevano chiesto il referendum. Le altre erano Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puiglia e Veneto. Ma gli elettori isolani non hanno mostrato di crederci davvero. Altro che quorum: l'affluenza finale alle urne si ferma al 32,37%. Sesto dato tra quelli degli enti promotori (fanno peggio Liguria, Calabria e Campania), decimo nella classifica completa delle venti regioni (tra quelle che non avevano promosso la consultazione, rimangono indietro anche Lombardia, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Toscana, Lazio e Umbria).
Va detto che la media sarda è lievemente superiore a quella nazionale, ma è questione di pochi decimi. Con una percentuale di votanti così bassa, nell'Isola, non sarebbe stato valido neppure un referendum con sola rilevanza regionale, benché il quorum richiesto sia sensibilmente più basso, appena il 33%. Va detto anche che in tutta Italia solo la Basilicata, col 50,16%, ha superato la soglia della metà più uno dei votanti. E tra le altre, a parte la Puglia col 41,65%, nessuna è andata oltre il 40. In coda c'è la Campania, col 26,13.
Tra gli otto collegi elettorali sardi (che corrispondono alle vecchie province, ormai cancellate), è Oristano quello che ha mostrato la maggiore sensibilità per il quesito sulle trivelle: ha votato il 36,02% degli aventi diritto. Probabilmente un effetto del dibattito degli ultimi anni sui progetti della Saras di ricerca del metano nella zona di Arborea, e infatti non è sicuramente casuale che il Comune guidato dal sindaco anti-trivelle Manuela Pintus sia l'unico, tra quelli di una certa consistenza, a superare la soglia del 50% (57,53 il dato esatto).
Un altro centro, sempre del collegio oristanese, ha fatto ancora meglio col 65,67: ma il record è della piccolissima Baradili, che ovviamente incide relativamente sulle cifre totali. Non ci sono altri Comuni sardi in cui sia stato centrato il quorum. Al capo opposto della classifica della solerzia, sono gli elettori di Orune a mostrarsi meno interessati di tutti gli altri: ha votato solo l'11,30% di loro.
Ritornando ai dati registrati nei collegi, dopo Oristano la partecipazione più elevata è quella di Sassari: 33,24%. Seguono Cagliari (33,11), Medio Campidano (32,87%), e Nuoro (32,04). Poi si passa al 29,46 dell'ex provincia del Sulcis. Chiudono la Gallura con il 28,88% e l'Ogliastra, ultima e molto staccata, col 25,34.
Quanto alle città principali, Cagliari si attesta sul 35,92%, Sassari poco più su (36,83). Anche in questo caso fa meglio Oristano (41,89), ma anche Nuoro, che fa segnare un 40% netto.
Giuseppe Meloni