Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'ennesimo sbarco Donne picchiate, bambini e giovani malati

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2016

PORTO CANALE. Accoglienza efficiente ma i posti-letto non ci sono

 

Le prime a toccare il molo Rinfuse del Porto Canale sono le donne ferite. Per colpa di lesioni e contusioni - terribili ricordi recenti di violenze che resteranno impunite - scendono a fatica dalla scaletta del mercantile greco Rizopon, arrivato a Cagliari poco dopo le nove. A bordo 235 migranti. Ci sono alcune giovani incinte, cinque bimbi con meno di un anno in braccio alle loro mamme, otto minorenni senza famiglia e circa venti persone con la scabbia subito prese in cura dai medici del campo allestito dalla Prefettura e dalla Protezione civile.
L'EMERGENZA Il secondo sbarco dall'inizio dell'anno va avanti senza intoppi: prime cure, identificazioni (molti migranti accettano di farsi fotosegnalare grazie all'opera di convincimento degli agenti della questura), cibo e acqua. La macchina dei soccorsi è oramai rodata. Il pensiero e le preoccupazioni non mancano: solo all'ultimo momento sono stati trovati i posti nei centri di accoglienza per tutti i migranti (112 destinati nella provincia di Cagliari, 71 a Sassari, 30 a Nuoro e 22 a Oristano). Per il prossimo arrivo (imminente, poiché martedì scorso la quota dei migranti destinati in Sardegna è stata innalzata di mille posti) si corre il rischio concreto che il sistema di accoglienza vada in tilt. All'ultimo bando della Prefettura per i centri di accoglienza hanno partecipato in pochi: molti posti sono dunque scoperti. La prefetta Giuliana Perrotta mercoledì sera ha incontrato albergatori, Camera di commercio e associazioni di categoria: servono offerte dai privati. Nei giorni scorsi è stato lanciato anche un appello ai Comuni affinché partecipino in modo attivo alla ricerca di strutture e aziende che vogliano impegnarsi nel settore dell'accoglienza.
LA SISTEMAZIONE Nel campo allestito al molo Rinfuse con il passare delle ore aumenta il caldo. Solo dopo le 14 iniziano a partire i primi autobus e pulmini diretti nei diciannove centri di accoglienza individuati nella Provincia. Il gruppo più numeroso (38 migranti) trova ospitalità all'ex Motel Agip di Pirri. Gli altri vanno a Senorbì, Sanluri, Villasor, Capoterra, Iglesias, Quartucciu, Quartu, Vallermosa, Selargius, Gesico e in altre tre strutture di Cagliari. In vista di nuovi arrivi (la quota per la Sardegna dovrebbe subire un aumento di altre mille persone) tutti i prefetti sono stati convocati per un vertice al ministero la prossima settimana.
LE REAZIONI «La macchina dei soccorsi», spiega Roberto Isidori, comandante della Capitaneria, «è oramai rodata. I 235 migranti sono stati salvati al largo della Libia in un'operazione coordinata dalla Guardia costiera: erano a bordo di due gommoni». Nel campo, super lavoro per poliziotti, volontari, personale medico del 118, della Asl e della Croce Rossa. Indispensabile la presenza dei mediatori culturali. «Quasi tutti i migranti», evidenzia Omar Zaher, «non sanno neppure dove sono arrivati. Non conoscono la Sardegna e non vogliono restare qui. Il loro obiettivo è raggiungere il nord Europa». Per il portavoce della comunità musulmana in città servirebbero maggiori controlli: «Molti centri di accoglienza sono gestiti da persone senza scrupoli. Stiamo assistendo alla chiusura di troppe strutture». Le attenzioni principali sono rivolte alle donne ferite e ai bimbi. Tra i gazebo anche le volontarie dell'associazione “Psicologi per i popoli Sardegna”. A tarda sera il campo è vuoto. Ma si riempirà nuovamente molto presto.
LE POLEMICHE Sul sistema di accoglienza nuovo affondo di Ugo Cappellacci, coordinatore di Forza Italia: «La mancanza di strutture, le difficoltà nell'identificazione, la vendita di documenti falsi, le tensioni causate dalle manifestazioni non autorizzate sono solo alcuni campanelli di allarme di un sistema che non funziona per niente».
Matteo Vercelli